Che il rigore economico fine a se stesso imposto dalla UE e dal FMI sia la principale causa della spaventosa crisi occupazionale e reddituale nella quale versano l'Italia e l'Europa ormai non lo dicono soltanto i soliti economisti contro-corrente (tipo Paul Krugman) ma lo ammettono, sia pure a denti stretti, gli stessi autori del disastro.Anche in Italia si riconosce la necessità di adottare politiche espansive, in grado di attenuare gli effetti nefasti del rigore e di stimolare l'economia. E allora è tutto un fiorire di proposte encomiabili: rinvio dell'aumento dell'IVA, riduzione della pressione fiscale su famiglie e imprese, riduzione del cuneo fiscale, incentivi vari.Tuttavia l'ipocrisia (per non dire la malafede) è imperante. A tutti questi buoni propositi viene infatti affiancato, come piombo nelle ali, il mantra del buon europeista: "ma senza, beninteso, che iniziative di questo tipo possano pregiudicare il rispetto del limite del 3% tra deficit e PIL".Il che è come dire che nulla cambierà. Infatti è proprio la gabbia d'acciaio imposta dalla UE (il famoso limite del 3%) ad impedire politiche economiche espansive.Ma nessuno che abbia la franchezza di dirlo. Meglio le bugie: costano poco, consentono di conseguire vantaggi e di vivere di rendita, spesso (anche se non sempre) restano impunite.Con le bugie, pero', non usciremo mai dalla recessione.
Che il rigore economico fine a se stesso imposto dalla UE e dal FMI sia la principale causa della spaventosa crisi occupazionale e reddituale nella quale versano l'Italia e l'Europa ormai non lo dicono soltanto i soliti economisti contro-corrente (tipo Paul Krugman) ma lo ammettono, sia pure a denti stretti, gli stessi autori del disastro.Anche in Italia si riconosce la necessità di adottare politiche espansive, in grado di attenuare gli effetti nefasti del rigore e di stimolare l'economia. E allora è tutto un fiorire di proposte encomiabili: rinvio dell'aumento dell'IVA, riduzione della pressione fiscale su famiglie e imprese, riduzione del cuneo fiscale, incentivi vari.Tuttavia l'ipocrisia (per non dire la malafede) è imperante. A tutti questi buoni propositi viene infatti affiancato, come piombo nelle ali, il mantra del buon europeista: "ma senza, beninteso, che iniziative di questo tipo possano pregiudicare il rispetto del limite del 3% tra deficit e PIL".Il che è come dire che nulla cambierà. Infatti è proprio la gabbia d'acciaio imposta dalla UE (il famoso limite del 3%) ad impedire politiche economiche espansive.Ma nessuno che abbia la franchezza di dirlo. Meglio le bugie: costano poco, consentono di conseguire vantaggi e di vivere di rendita, spesso (anche se non sempre) restano impunite.Con le bugie, pero', non usciremo mai dalla recessione.