L’incontro in Vaticano
L’incontro in Vaticano fra Papa Francesco e il presidente iraniano, Hassan Rohani, è durato 40 minuti. Il pontefice, al momento di congedarsi, ha auspicato un augurio di pace, e ha successivamente ringraziato lo stesso Rohani per aver accettato di venire in visita al Vaticano. Lo stesso presidente dell’Iran ha affermato il piacere di aver colloquiato per quasi un’ora con Papa Francesco. “Mi ha fatto molto piacere la visita” ha fatto sapere il presidente Rohani. Un colloquio dove il versante politico è stato più volte accompagnato dai valori spirituali di due Paesi teologicamente lontani, il Cristianesimo della Santa Sede e l’Islam dell’Iran di Rohani. Una preghiera volta a concretizzare un progetto comune: pregare per la pace.
Nel corso della conversazione si sono evidenziati i rapporti diplomatici tra il Vaticano e la Repubblica Islamica dell’Iran, focalizzando l’attenzione sul bisogno oggigiorno – più che mai – di difendere la dignità umana dinanzi alla barbarie della guerra e della violenza. “La libertà religiosa è un valore fondamentale. E’ un diritto da salvaguardare” è stato ripetutamente affermato. La libertà da una parte e la dignità dall’altra, un binomio indissolubile che a più riprese è stato sviscerato nel corso del colloquio fra Papa Francesco e il presidente iraniano Rohani.
L’accordo sul nucleare e la questione del terrorismo
In seguito, un ulteriore punto caldo che è stato affrontato, riguarda la questione relativa all’accordo sul nucleare, sottolineando la centralità logistica e politica dell’Iran in questa difficile transizione. Una centralità che, come si è detto, non è esclusiva dell’Iran, ma condivisa con altri Paesi della regione. L’accordo sul nucleare diverrebbe dunque la via maestra per promuovere soluzioni di politica internazionale con epicentro in Medio Oriente.
Il tema del terrorismo non è stato lasciato in ombra, e in particolar modo il dilagare spaventoso dell’Isis e del traffico di armi. E’ così stato auspicato un ritorno al dialogo interreligioso, cercando di sostenere e promuovere i punti in comune presenti fra le diverse confessioni religiose.
Il ruolo delle comunità (sia sotto il profilo etnico che religioso) è stato riconosciuto come fondamentale per garantire la riconciliazione, la pace e la tolleranza fra popoli. “Se manca il dialogo” ha affermato lo stesso Papa Francesco, “non possiamo certo pretendere di risolvere gli squilibri mediorientali”.
Un paio di settimane fa il pontefice aveva elogiato gli sviluppi relativi all’accordo sul nucleare, incoraggiando lo stesso Iran a proseguire in questa politica di perfezionamento della pace.
L’incontro di Khatami e la questione religiosa in Iran
Sul versante storico, già nel 1999 un presidente dell’Iran era stato ricevuto in visita in Vaticano sotto il pontificato di Giovanni Paolo II. Era il presidente Mohammad Khatami, rimasto al potere fino all’agosto 2005, quando si insediò nella Repubblica Islamica il presidente Mahmud Ahmadinezhad. La stragrande maggioranza della popolazione iraniana è musulmana, con un 86% di sciiti e il 10% di sunniti. La minoranza cristiana vede rispettati i propri diritti in misura maggiore rispetto ad altri Paesi di quell’area geografica. Almeno è quanto ha riferito il nunzio apostolico a Teheran, Leo Boccardi, che nella giornata di ieri ha ricevuto a Fiumicino il presidente iraniano Rohani. Boccardi ha riferito della possibilità di accennare dialoghi interreligiosi fra Cristianesimo e Islam in Iran: “Le Chiese in questo Paese non sono vittime di terrorismo”.
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