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L'irresistibile ascesa della 40enne Susana Diaz, presidente dell'Andalusia e nuova stella del socialismo spagnolo

Da Rottasudovest
Da un paio di mesi Susana Diaz è la presidente della Junta de Andalucia e da ieri è anche il Segretario Generale del PSOE andaluso. Ha 39 anni ed è la prima donna a rivestire entrambi gli incarichi. Fino a un anno fa di Susana Diaz avevano sentito parlare soltanto gli aficionados della politica andalusa. Poi, nella primavera scorsa, scosso dagli scandali di corruzione che coinvolgono i socialisti andalusi, il Presidente della Junta de Andalucia José Antonio Griñán ha deciso di farsi da parte e ha indicato Susana Diaz, Assessore alle Pari Opportunità, come suo candidato prediletto alle primarie. Primarie che in realtà non ci sono state, avendo fatto Diaz incetta delle deleghe necessarie per presentare la candidatura e avendo lasciato i possibili contendenti senza un numero di deleghe sufficienti per presentarsi. Così, un paio di mesi fa la bionda signora di Siviglia, una laurea in Diritto e una vita tutta in politica, sin dall'iscrizione, a 16 anni, nella Juventud Socialista, è diventata Presidente della Junta de Andalucia, a capo della regione spagnola più popolosa. Su Susana si sono riversati subito più perplessità che soddisfazione. Il modo in cui è arrivata al potere, senza essere stata eletta dagli andalusi, senza essere stata scelta attraverso primarie reali. Il suo curriculum vitae, tutto speso all'interno del Partito, da funzionaria fino al potere, come se dedicarsi alla politica sin dalla gioventù fosse un difetto, come se fare politica non fosse un lavoro, ma di quelli pesanti, senza orari e senza festivi. I dieci anni impiegati per laurearsi in Legge, come se nel frattempo non si fosse occupata di altro, politica in testa. Alla testa della Junta de Andalucia, Susana Diaz ha dimostrato subito di non essere capitata lì per caso o per benevolenza. C'è un passaggio di unbell'articolo di elconfidencial.com, che spiega un po' il suo carattere, le sue capacità e la sua astuzia: "Con titoli accademici o senza, ha dimostrato voglia di superarsi, intelligenza e capacità politica. Prima, per fare i 'compiti' culturali, letture e inglese, assegnatile da José Antonio Griñán e vincere la gara per la successione a Mario Jiménez, che per la maggioranza degli osservatori partiva come favorito. Poi per far sì che il dispetto pubblico di Felipe Gonzalez ("Non la conosco, sono troppo vecchio per sapere chi sia Susana Díaz) si trasformasse in elogio ("Ha ridato illusione al PSOE), con il semplice metodo di chiamare il patriarca socialista affinché la conoscesse personalmente. Ha fatto lo stesso con Manuel Chaves, punto di riferimento dei critici, riunitisi ala causa del susanismo, e con José Luis Rodriguez Zapatero. Come nella vita, in politica, gli affetti sono fondamentali per ottenere alleati". A Siviglia Diaz governa con Izquierda Unida e presenta misure sulla Sanità e sui desahucios, gli sfratti, che mostrano alternative possibili all'austerità. A Madrid, davanti a Mariano Rajoy, si presenta come una leader regionale ragionevole, che sa raggiungere accordi, ma sa anche difendere i principi e i valori in cui crede. Qualche settimana fa, nell'inutile Conferenza Politica del PSOE, Susana Diaz ha fatto il discorso più appassionato e più travolgente, chiedendo ai compagni di partito di sostenere Alfredo Pérez Rubalcaba e, soprattutto, di non aver paura ad ammettere gli errori e di presentare alternative, per tornare alla Moncloa. In questi primi mesi da Presidente della Junta de Andalucia e di leader più in vista della più grande federazione socialista spagnola (il PSOE andaluso rappresenta il 25% degli iscritti), Susana Diaz ha conquistato i simpatizzanti perché difende idee in cui si possono riconoscere tutti gli elettori di sinistra. Il PSOE ha sbagliato e deve riconoscere i propri errori. Nel PSOE andaluso, travolto dallo scandalo dell'ERE e dalle creste dei sindacati sulle spese, non si possono difendere i corrotti e bisogna isolarli, ergo, nella sua Giunta ha scelto volti nuovi. Il PSOE è un partito di sinistra e deve recuperare valori e politiche di sinistra, un concetto che ribadisce spessissimo, a marcare le distanze dal governo centrale di Madrid. Per i media spagnoli è una star da quando è arrivata alla presidenza della Junta de Andalucia. Dopo la Conferenza Politica del PSOE, El Mundo le ha dedicato un bell'editoriale, in cui ha sottolineato come il rinnovamento del partito non passi per Alfedo Pérez Rubalcaba, ma per due giovani donne, l'andalusa Susana Diaz, non ancora 40enne, e la catalana (ma di origini andaluse) Carme Chacón, che i 40 li ha appena superati. El Mundo si limita a osservare che "la speranza socialista in Spagna porta un nome di donna" e non lo dice, ma Chacón ha l'handicap di essere identificabile con l'odiata e impopolare tappa di José Luis Rodiguez Zapatero, essendo stata una delle donne ministro dei uoi governi, Diaz no. In questo senso Griñán, che al Congresso di Siviglia, alla testa del PSOE andaluso, appoggiò Chacón contro Rubalcaba, è stato molto abile: Susana Diaz è completamente vergine sulla politica nazionale, il suo nome è spendibile e credibile, perché non ha alcuna responsabilità sul fallimento dei governi socialisti. Rappresenta davvero il cambio, il rinnovamento, il salto di cui il PSOE ha bisogno per tornare a innamorare i suoi elettori e gli spagnoli, stufi di sopportare l'austerità made in Rajoy. Al Congresso di Granada, che ieri ha eletto Susana Diaz alla testa del PSOE andaluso, José Antonio Griñán ha detto al frase del secolo, quella che ogni politico di una certa età dovrebbe iniziare a dirsi (anche in Italia): "Abbiamo corso il rischio che la mia generazione politica diventasse un tappo per la seguente". Al Congresso era presente anche Zapatero, che ha insistito sulla necessità di un relevo generacional nel socialismo spagnolo (del resto, lui lo sa, il PSOE vince e convince solo quando si rinnova e passa il testimone alla generazione successiva). La numero 2 del PSOE Elena Valenciano è andata oltre, assegnando al socialismo andaluso un ruolo d'avanguardia per tutta la Spagna: "In Andalusia è nato il rinnovamento del PSOE, con Felipe González e sta risuccedendo, con Susana Díaz". Tanta aspettativa per la giovane presidente della Junta e del PSOE andaluso. Ma lei, che pronuncia discorsi energici e appassionati, carichi del socialismo che piace agli elettori (e si spera che le azioni della Junta seguano le belle parole), che conosce il suo partito e i meccanismi della politica fino nei meandri più profondi (a cosa serve dedicarsi sin dalla gioventù alla politica!), non sembra spaventarsi. Ha iniziato a mettere ordine nel PSOE andaluso con una frase mitica, per spiegare perché ha rifiutato di avere vice-segretari: "Il partito lo governo io". Non resta che vederla all'opera.


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