Avevo scritto, alla notizia dell'ultimo orrore, che auspicavo "la rinuncia a utilizzare l'orrore per modesti o squallidi fini personali. Smettendo di premiare chi specula sull'orrore". Naturalmente sapevo che il mio è un auspicio sterile. Ci pensa Libero a confermarlo, con il titolone "BASTARDI ISLAMICI". Inconcepibile, stupidissimo, ma non sorprendente e che certamente sarà premiato dai lettori. Sono pressoché certo che il direttore di quel giornale non crede a quel che scrive. Non può pensare che tutti gli islamici siano "bastardi". Escluderei anche che il Tizio non sia consapevole di attizzare, con quel titolo, nuovi odi e veleni e di dare il suo piccolo contributo a disintegrare la convivenza nel pianeta. Lo sa. Ma se ne infischia. E lo capisco. Ragionevole, nell'ottica del tornaconto personale, bruciare la foresta di tutti per farsi un personale uovo al tegamino. Per aumentare consenso e tiratura. L'episodio tristissimo mi conferma nella convinzione di una priorità doverosa e trascurata: una discussione senza rete e la demitizzazione della sacra libertà di stampa che consente al direttore di Libero una voce amplificata per 100.000 o giù di lì rispetto alla mia. Ciò è in conflitto assoluto con la mia idea di democrazia sostanziale. So bene che come me la pensano quattro gatti e pochissimi anche fra chi detesta Libero. Resti questo come un appuntamento per la prossima epoca.
Avevo scritto, alla notizia dell'ultimo orrore, che auspicavo "la rinuncia a utilizzare l'orrore per modesti o squallidi fini personali. Smettendo di premiare chi specula sull'orrore". Naturalmente sapevo che il mio è un auspicio sterile. Ci pensa Libero a confermarlo, con il titolone "BASTARDI ISLAMICI". Inconcepibile, stupidissimo, ma non sorprendente e che certamente sarà premiato dai lettori. Sono pressoché certo che il direttore di quel giornale non crede a quel che scrive. Non può pensare che tutti gli islamici siano "bastardi". Escluderei anche che il Tizio non sia consapevole di attizzare, con quel titolo, nuovi odi e veleni e di dare il suo piccolo contributo a disintegrare la convivenza nel pianeta. Lo sa. Ma se ne infischia. E lo capisco. Ragionevole, nell'ottica del tornaconto personale, bruciare la foresta di tutti per farsi un personale uovo al tegamino. Per aumentare consenso e tiratura. L'episodio tristissimo mi conferma nella convinzione di una priorità doverosa e trascurata: una discussione senza rete e la demitizzazione della sacra libertà di stampa che consente al direttore di Libero una voce amplificata per 100.000 o giù di lì rispetto alla mia. Ciò è in conflitto assoluto con la mia idea di democrazia sostanziale. So bene che come me la pensano quattro gatti e pochissimi anche fra chi detesta Libero. Resti questo come un appuntamento per la prossima epoca.