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“l’isola dei famosi”: nominations-autogol? attenti, naufraghi, “no scanu, no party” …

Creato il 13 febbraio 2015 da Musicstarsblog @MusicStarStaff

[Autore: The Mask]

 

sfida

La mia è una voce fuori dal “coro”, noncurante delle faziosità contrapposte, visto che non mi colloco né tra i “fans” di Valerio Scanu disposti a chiedere un mutuo per strapparlo al precipizio dell’eliminazione né tra coloro che lo sottopongono a linciaggio perenne sul Web, invocando a gran voce il primo asteroide che passa, capace col suo “deep impact” di abbattersi selettivamente proprio su di lui, unico fra miliardi di suoi simili che compongono il genere umano, ebbene, come dicevo, proprio in virtù della mia estraneità a qualsiasi ispirazione estremistica, se oso affermare che la presenza di Scanu all’”Isola” ha un suo “perché” e una sua “funzionalità” non da poco al “reality” stesso, lo faccio in piena libertà di pensiero. Già nella “Commedia dell’Arte” esistevano i “tipi fissi” riconosciuti e accettati per convenzione dal pubblico, che si attendeva che dessero fuoco alle polveri dell’azione, una galleria inesauribile di “imbroglioni”, “tordi”, “avari”, “belle amorose”, “bei cicisbei” ecc., ebbene, sorprenderà sapere che il “reality” sembra ricalcarne certi schemi, reggendo le sue fortune, a sua volta, sui “personaggi” più fortemente “caratterizzati”, tanto che se ne esce uno si può spezzare l’equilibrio generale, anzi, l’impalcatura di fondo comincia a “traballare”, in quest’ottica c’è da chiedersi cosa accadrebbe a Cayo Colchinos senza più l’apologeta dell’ “amore nei laghi”. Guardando alla “sostanza”, cosa ci riserverebbe lo “spettacolo”? Quattro o cinque curvilinee “Miss Maglietta Bagnata” o “Miss Calendario” ad accapigliarsi nel pollaio per tre giovinotti ultra-vitaminizzati e palestrati alla “Baywatch”, qualcuno pure in versione “smutandata”, paghi di poter vantare nel proprio “curriculum” professionale il celere passaggio in qualche “soap” nostrana o sul “trono” di “Uomini e donne”, l’intellettuale “di rottura”, nel senso che di mestiere ha sempre rotto i ma*roni e assestato colpi bassi a tradimento a chiunque gli capitasse a tiro, l’ex-scrittrice in erba di porno-romanzetti a tematica vizioso-mal-adolescenziale, sui cui “spurghi” della pelle, purtroppo, l’impietosa telecamera sosta con un eccesso di compiacimento, l’insopportabile cuoca attaccabrighe destinata inevitabilmente, prima o poi, a incappare, sorda agli ”altolà” altrui, in qualche brutta “sorpresa” celata da foglie o gusci di noci di cocco e infine lui, “The Legend” luminosa gloria dell’”hardcore”, ammirevole per stato di conservazione e tonicità dalle spalle a scendere, ma con qualche problema di cedimento strutturale alla “facciata”, presumibilmente non intonacata di fresco (leggi “Fatti e rifatti”) dal collo in su, ora di colpo in veste di uomo “tutto d’un pezzo” (non è voluta!), dalle riscoperte virtù, roba da “spot” della famiglia del “Mulino Bianco”. Eppure, su tutti “troneggia” Valerio Scanu. Vedendolo all’opera sull’isola, si può dedurre che non abbia mai preso parte in vita sua a un “Camel Trophy”, ma probabilmente da piccolo non usciva nemmeno coi “boy scout”, hanno sparato a zero fin dall’inizio su quella specie di coda di opossum tronca che ha in testa, sulle braghette dotate di bretelle, sulle ciabatte antiscivolo da scoglio, sulle sue scarse doti ginniche ma è innegabile che laggiù una delle principali (forse “la” principale) attrazioni sia lui, sorprendentemente sia per gli ammiratori che per i detrattori. E’ il senso di immediatezza destato dall’”umano, troppo umano”, infatti, nella gente, difficilmente scatta un vero meccanismo identificativo per gli “uomini duri”, i “supereroi” fisicati, allenati e temprati, l’ “uomo qualunque”, almeno una volta nella vita, giocoforza deve aver vissuto un’avventura “fantozziana”, una vacanza nel luogo esotico dove è andato tutto storto, dal“tucul” spazzato via dalla tromba d’aria, alla piroga appena noleggiata inghiottita dall’onda anomala, al monsone imprevedibilmente rivelatosi compreso nel pacchetto, all’attacco in formazione compatta di “Sturmdivisionen” di sanguinari “mosquitos” le cui micidiali punture hanno reso irriconoscibili molte fisionomie, inevitabile che per costoro, uno Scanu che dichiara di rabbrividire al solo pensiero di un “incontro ravvicinato” con uno squalo, che ammette di provare disgusto per le formiche, che si ritrae istintivamente quando si tratta di afferrare un grosso granchio (vivo) e che è l’incarnazione vivente dell’anti-Robinson Crusoe possa addirittura assurgere a rango di portabandiera. C’è però che il ragazzo in questi giorni si è abbandonato allo sconforto ripensando ai suoi “chihuahua” troppo lontani, ci si augura che si sia trattato di una crisi passeggera perché non può finire così, con un ritorno anticipato, i “primi attori” non mollano. Pur di mantenere in vita sull’isola Scanu, senza arrivare agli eccessi di Kathy Bates in “Mysery non deve morire” (per chi conosce la trama), saremmo persino disposti ad affittare un isolotto vicino a Playa Paloma e a farci costruire un recinto per i suoi quattrozampe, con tanto di “dog-sitter” al loro servizio 24 ore su 24 e in collegamento video, ma di là, è inteso, lui non deve azzardare a muoversi. E dateci un taglio con le “nomination”, in caso di sua uscita definitiva, potrebbero rivelarsi un “autogol”, tanto da compromettere la stessa sopravvivenza (mediatica) dell’”Isola” e dei suoi abitanti, d’altra parte molti indizi sembrano condurre nella stessa direzione …. “No Scanu, no party”.

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