C'è un fotografo che amo, un vero maestro italiano della fotografia del Novecento , le cui opere ispirano altri grandi professionisti, ma anche chi "ci prova", proprio come me!
Lui è Luigi Ghirri, emiliano di nascita, con un animo sensibile e un occhio in grado di cogliere anche ciò che sfugge a molti. E anche se lui non c'è più, continua a rivivere in ogni suo scatto la sua grande arte, il suo modo di viaggiare, senza fretta, fatto di momenti di riflessione e di pause che permettono davvero di comprendere ciò che ci circonda.
Le sue fotografie, all'apparenza casuali, in realtà nascondono un pensiero profondo e tra le mie preferite ci sono le foto dei lidi e degli stabilimenti balneari deserti lungo la costa della sua regione. Queste foto esprimono immobilità e senso di solitudine, assenza e allo stesso tempo "ridanno dignità alle cose, sottraendole agli schemi, ai giudizi sbrigativi di chi non guarda mai niente", per usare le parole del poeta Gianni Celati, grande amico di Luigi Ghirri.
Da poco sono stata a Grado, graziosa località turistica che sorge sulla costa del Friuli Venezia Giulia, e lì, la mia mente ha associato quelle spiagge deserte e gli stabilimenti ancora inattivi - visto che la stagione non era ancora iniziata - alle immagini scattate da Luigi Ghirri. Quel paesaggio di una bellezza eterea, quasi lunare, e il riferimento culturale al grande fotografo - solo il riferimento purtroppo, non certo la sua arte - mi hanno così portato a scattare fotografie della spiaggia principale di Grado e a rielaborarle seguendo uno stile particolare: desaturate, sfumate, luminose e con alcuni punti di colore pastello che emergono dalle variazioni di grigio e dagli altri "non colori".
Ma c'è ancora qualcosa che Grado riesce a veicolarmi e lo trovo nella sua laguna, un luogo incredibile per gli appassionati di fotografia, soprattutto quella naturalistica, vista la grande varietà dell'avifauna presente. Ma a me quell'aspetto non interessa ora, e ricerco di nuovo la leggerezza, la volatilità, quel senso di pace rarefatta che mi circonda, seguendo ancora un'idea, un progetto, perché la fotografia è pensiero. E la mia mente vola un'altra volta tra le pagine di un libro sfogliato da poco, un libro sulla fotografia di paesaggio, in cui la laguna di Comacchio raccontata da Luigi Ghirri mi ha emozionato.
E allora scatto, e lavoro di nuovo le immagini cercando di enfatizzare quella sensazione che mi accompagna tutti i giorni: incertezza che diventa libertà.
Con questo post ho voluto raccontare un'altra Grado, ho voluto condividere con voi l'emozione di scattare fotografie lasciandomi guidare dalle emozioni, ma con un pensiero preciso dietro, un progetto e uno stile coerente, ispirato a chi, come Luigi Ghirri ha segnato la nostra storia della fotografia.
Ho semplicemente visto il bello nelle piccole cose quotidiane che chi vive a Grado forse dà per scontate e ho voluto condividerlo con voi.
Per maggiori informazioni sul fotografo di cui vi ho parlato vi consiglio di visitare: www.archivioluigighirri.it. Mentre se volete organizzare una vacanza e ritrovare la bellezza nei paesaggi di Grado, proprio come ho fatto io, vi consiglio di visitare: www.gradoturismo.org.
fotoFriuli Venezia GiuliaGradoLuigi Ghirri