L’istinto musicale – Philip Ball

Creato il 07 novembre 2014 da Maxscorda @MaxScorda

7 novembre 2014 Lascia un commento

E’ da oltre un anno che sono impegnato in una ricerca che mi coinvolge su molti fronti e che mi sta dando molte soddisfazioni. "H-Ard", il nome del progetto, si sviluppa su piattaforma Arduino e riguarda la creazione di  musica generativa, ovvero la capacita’ autonoma di una macchina di creare suoni e musica con o senza l’intervento umano o almeno senza un apporto diretto che vada oltre l’influenza delle scelte stocastiche.
Fino ad un certo si e’ trattato di produrre essenzialmente suoni, proseguo di studi iniziati da Russolo, passati per Cage e giunti sino ad Eno, tanto per piantare dei paletti ma ultimamente mi sono spostato sulla ricerca tonale e armonica con tutte le nuove problematiche insite nel progetto. Se si vuole creare "musica", nell’accezione piu’ comune della tradizione occidentale, oltre tutte le questioni tecniche che una ricerca di questo genere comporta, l’essenza del progetto e’ insegnare ad una macchina cosa e’ la musica e prima di insegnare serve capire.
Ecco come sono arrivato a Ball che a sua volta cerca di comprendere e rispondere a domande in apparenza impossibili come definire cosa sia la musica, da dove proviene, come la percepiamo e molto altro.
Chi non e’ musicista come me, si sara’ ritrovato a intuire una melodia, a prevederne lo sviluppo, addirittura improvvisarci sopra ed e’ da questo assunto che l’autore analizza e spiega l’istinto o la conoscenza latente delle strutture musicali. Percio’ la ricerca e’ antropologica prima che tecnica e coinvolge sia l’individuo che la comunita’ che lo ha cresciuto e da questo i confronti e le relazioni delle musiche tra epoche e civilta’ diverse.
Non solo. Perche’ ad esempio il sistema tonale si e’ sviluppato similmente in luoghi lontanissimi tra loro o perche’ certi accordi funzionano ed altri stridono e ancora cosa cerchiamo dalla musica, se vi si puo’ trovare un significato semantico di senso compiuto.
E’ raro entusiasmarsi per un saggio ma Ball e’ un ottimo divulgatore e ha la capacita’ di rivolgersi al musicista come al profano e laddove l’analisi si spinge dove solo alcuni hanno gli strumenti per capire, attraverso esempi che spaziano da Bach a Hendrix, chiunque puo’ afferrare quantomeno il senso generale del discorso.
Ball risponde davvero ad ogni domanda e lo fa senza ricette pronte e tenendo la porta aperta ad ogni interpretazione perche’ parlando di arte, seppur complicata da stratificazioni culturali e implicazioni finanche fisiologiche, serve mantenere il giusto distacco con le proprie preferenze e nel contempo essere specifici laddove ve ne sia il fondamento.
Nulla puo’ essere esaustivo ma certo nessun punto di vista e’ trascurato e per quanto non possa dirsi definitivo, di certo si va ben oltre il libro che vuole essere un punto di partenza. Volume curatissimo dalla Edizioni Dedalo, carta eccezionale, sovraccoperta e formato di stampa di gran classe come solo i testi molto piu’ costosi di questo sanno essere.
Libro eccezionale scritto con competenza e chiarezza, dal quale non si puo’ prescindere come ascoltatori, musicisti, hobbisti o semplicemente curiosi.

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