L’Istituto Superiore di Sanità assolve l’olio di palma: nessun rischio per la salute

Creato il 01 marzo 2016 da Vesuviolive

olio di palma

La campagna denigratoria contro l’olio di palma, utilizzato in quasi tutti i prodotti alimentari di lavorazione industriale, viene portata avanti, ormai, da anni, con una demonizzazione sempre maggiore di tutto ciò che lo include fra gli ingredienti. L’olio viene considerato uno dei principali portatori di grassi saturi all’interno del nostro organismo, motivo per cui, per i detrattori, andrebbe completamente cancellato dalla nostra alimentazione.

Tuttavia, la comunità scientifica non è mai riuscita a mettere un punto fermo sulla questione e dottrine contrastanti sulla dannosità, o meno, dell’ingrediente non hanno fatto altro che sollevare un polverone mediatico. E’ per questo motivo che il Ministero della Salute ha deciso di interpellare l’Istituto Superiore di Sanità affinchè indagasse sulla reale pericolosità dei prodotti contenenti il tanto odiato olio di palma.

Nel rapporto redatto dall’ISS emerge, come prima analisi, il tentativo di superare la demonizzazione dei grassi saturi. Innanzitutto, viene ricordato che l’olio di palma non è l’unico prodotto con un elevato apporto di questo tipo di grassi, ma sono ben altri gli alimenti che li introducono nel nostro organismo: latte, carne e uova, ad esempio. Inoltre, bisogna considerare che la nostra alimentazione ha bisogno di questo tipo di grassi, basta solo che vengano bilanciati da una corretta alimentazione. Comunque, secondo studi statistici, il consumo italiano di grassi saturi non risulta eccessivo o eccedente il fabbisogno nutrizionale di ciascuna fascia d’età. Come tutte le cose, insomma, ogni eccesso è nocivo.

Sulle conseguenze dell’assunzione di olio di palma l’Istituto non ha voluto avvalorare la tesi della sua dannosità, anzi, come si legge: Non ci sono evidenze dirette nella letteratura scientifica che l’olio di palma, come fonte di acidi grassi saturi, abbia un effetto diverso sul rischio cardiovascolare rispetto agli altri grassi con simile composizione percentuale di grassi saturi e mono/poliinsaturi, quali, ad esempio, il burro”. Inoltre si avverte di fare attenzione alle teorie prese in considerazione, che potrebbero essere frutto di fattori economici ed interessati: “Si segnala che alcune pubblicazioni prese in considerazione nel presente parere (incluse alcune meta-analisi) sono supportate finanziariamente, come indicato dagli stessi Autori, da associazioni ed Enti che possono rappresentare un conflitto di interesse.”

Per consultare l’intero rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità cliccare qui.