L’energia pulita che si produce in Italia è buona, certo non ancora sufficiente . I dati sono stati raccolti nel rapporto di Legambiente ‘Comuni Rinnovabili 2012′, presentato oggi a Roma e realizzato con GSE e Sorgenia. Secondo il dossier, dal 2000 ad oggi al contributo dei ‘vecchi’ impianti idroelettrici e geotermici si sono aggiunti 32 terawattora (TWh) da fonti rinnovabili, grazie a oltre 400 mila impianti di grande e piccola taglia, elettrici e termici, che da Nord a Sud, dalle aree interne ai grandi centri e con un interessante e articolato mix di produzione da fonti differenti, rappresentano oggi un caposaldo del bilancio energetico italiano. La crescita dei Comuni dotati di ‘impianti puliti’ è stata costante nel tempo – erano 6.993 nel 2010, 3.190 nel 2008 – ed è in aumento la diffusione per tutte le fonti, dal solare all’eolico, dalle biomasse alla geotermia, all’idroelettrico.
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Nel 2011 sono 23 i Comuni al 100% rinnovabili, quelli che rappresentano oggi il miglior esempio di innovazione energetica e ambientale, che con un mix di impianti diversi – da rinnovabili e impianti a biomasse allacciati a reti di teleriscaldamento – coprono interamente e a volte superano i fabbisogni elettrici e termici dei cittadini residenti. “Tra i risultati più significativi della crescita delle fonti rinnovabili – dice Legambiente – ci sono la riduzione della produzione da impianti termoelettrici (i più inquinanti), la diminuzione delle importazioni di fonti fossili dall’estero (in particolare di petrolio e gas), delle emissioni di CO2, ma anche la crescita degli occupati nel settore, con oltre 100mila nuovi posti di lavoro, a cui se ne potrebbero aggiungere 250mila nelle energie pulite e 600mila nel comparto dell’efficienza e della riqualificazione in edilizia”.
Tra le varie fonti rinnovabili, secondo il rapporto di Legambiente la più diffusa nel 2011 resta il solare (7.837 comuni, in crescita: erano 7.273 lo scorso anno), che evidenzia come con il sole si produca oggi energia nel 95% dei Comuni.
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A Meleti (provincia di Lodi) e a Marradi (provincia di Firenze) il record di impianti sui tetti. Seguono le bioenergie (1.248 Comuni) per una potenza installata complessiva di 2.117 megawatt (MW) elettrici e 731,7 MW termici, ma anche di 50 kilowatt (kW) frigoriferi termici. Al terzo posto i Comuni del mini idroelettrico (1.021: il rapporto prende in considerazione gli impianti fino a 3 MW): La potenza totale installata nei Comuni italiani è di 1.121 MW ed è in grado di produrre ogni anno oltre 4,4 TWh, pari al fabbisogno di energia elettrica di oltre 1,7 milioni di famiglie. I Comuni dell’eolico sono 450: la potenza installata (6.912 MW) è in crescita, con 950 MW in più rispetto al 2010. Questi impianti, secondo i dati provvisori di Terna, hanno consentito di produrre 10,1 TWh nel 2011, pari al fabbisogno elettrico di oltre 4 milioni di famiglie. Sono 346 i Comuni che si possono considerare autonomi dal punto di vista elettrico grazie all’eolico, poiché si produce più energia di quanta se ne consuma. Infine i Comuni della geotermia, che sono 334 per una potenza installata pari a 962,9 MW elettrici, 147,4 termici e 884,7 kW frigoriferi. Grazie a questi impianti nel 2011 sono stati prodotti circa 5,6 TWh di energia elettrica in grado di soddisfare il fabbisogno di oltre 2,2 milioni di famiglie. I premiati del 2012 come “simbolo del futuro energetico” sono Varna (Bolzano, un comune al 100% rinnovabile), a Vicchio (Firenze, per la qualità del suo progetto sulle biomasse) e alla Provincia di Roma (per l’investimento nella solarizzazione e il miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici scolastici).
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