L'Italia chiude la pratica americana per continuare il lavoro

Creato il 24 giugno 2012 da Rightrugby
Quando da noi era notte, gli Azzurri di Jacques Brunel sono scesi in campo a Houston per l'ultimo impegno del tour americano, battendo 30-10 gli Stati Uniti di fronte a 17.000 spettatori (un record per la federazione a stelle e strisce) e in clima particolarmente afoso, come sottolineato nel dopo gara anche da capitan Martin Castrogiovanni ("E' stato difficile per entrambe le squadre. Dopo 10 minuti avevamo già il fiatone. Abbiamo provato a giocare veloci, ma non è stato facile"): l'Italia torna a casa con 2 vittorie di fila dopo la sconfitta iniziale contro i Pumas e si mettano il cuore in pace i ragazzi, perché al loro rientro troveranno le stesse condizioni climatiche, ma per lo meno è tempo di vacanze. Il primo tempo si chiude già sul 20-10 grazie alle mete di Carlo Festuccia e di Ugo Gori al 3' e al 34', mentre nella ripresa mette la firma anche Kris Burton quando mancano ormai tre minuti al fischio finale. Due cartellini rossi per i padroni di casa, mostrati dall'arbitro francese Garces ai centri Andrew Suniula e Paul Emerick, autore della meta delle Eagles che al 27' pareggia temporaneamente i conti sul 10-10. 

La cronaca la fornisce l'ufficio stampa della federazione. Pochi minuti di gioco e la gara sembra mettersi subito sul binario giusto per Castrogiovanni e compagni: al terzo minuto, da touche nei ventidue americani con lancio affidato alla squadra di casa, Festuccia legge ottimamente il lancio lungo del diretto avversario, ruba palla e vola in meta. Bocchino trasforma lo 0-7 e il dominioo del pack, unito alla voglia di giocare dei trequarti, sembra poter far pendere da subito il match dalla parte degli Azzurri. Che però, come in Argentina ed in Canada, si complicano la vita commettendo troppi in avanti - saranno diciannove al fischio finale - e vanificando, contro l'attenta difesa statunitense, alcune buone costruzioni sull'asse Bocchino-Morisi. All'undicesimo l'estremo Wyler accorcia dalla piazzola, Bocchino gli risponde sul capovolgimento di fronte e, sul 3-10, la partita rimane per circa un quarto d'ora. 

E' nella fase centrale della prima frazione di gioco che le Aquile vivono il loro momento migliore, provando a contrattaccare da ogni posizione con i propri trequarti: al ventisettesimo, su un nuovo possesso perso dall'Italia, l'America muove veloce fuori dai ventidue e l'ex centro di Catania e Parma, Paul Emerick, festeggia il suo cap numero 51 marcando la meta che, trasformata da Wyler, porta il risultato in parità. L'Italia si scuote, Bocchino - preciso dalla piazzola, cinque su sei oggi per lui - riporta la squadra in vantaggio ed al trentaquattresimo ci pensa Edoardo Gori a scuotere il match: il numero nove della Benetton approfitta dell'ennesima mischia ordinata su introduzione americana che vede gli USA in affanno, ruba palla nella propria metà campo e si invola in meta. Bocchino trasforma e manda le squadre a riposo sul 10-20. 
Inizia il secondo tempo ed al quarto minuto la gara vive una nuova svolta: il centro Suniula placca in ritardo Bocchino mentre l'apertura italiana attacca la linea e l'arbitro francese Garces gli mostra il cartellino rosso. Con l'uomo in più, paradossalmente, l'Italia fatica però ad imporsi ed a trovare spazi al largo, mentre gli USA si difendono con coraggio e provano a contrattaccare anche dai propri ventidue. Gli Azzurri costruiscono con i trequarti, ma sciupano alcune chiare occasioni da meta non leggendo correttamente alcune superiorità numeriche. 
Al ventiseiesimo, un Morisi ispirato (foto), naviga nella difesa americana, serve McLean ma viene fermato fallosamente da Emerick, che lo placca in ritardo con la spalla: Garces estrae il secondo cartellino rosso della serata, lasciando gli USA in tredici. Bocchino piazza un facile piazzato, smuovendo lo score congelato da inizio ripresa: 10-23. In doppia superiorità l'Italia trova spazi, commette ancora qualche errore di handling ma nel finale, con Burton entrato da poco per Bocchino, sfrutta gli spazi allargati e mette a segno proprio con l'apertura la terza ed ultima meta di giornata: finisce 10-30, quarta vittoria italiana in altrettanti test-match contro le Aquile statunitensi.

Soddisfatto Brunel per lo spirito mostrato, che precisa: "Avremmo potuto realizzare cinque, forse sei mete invece delle tre che abbiamo segnato. Purtroppo ci sono stati ancora troppi errori di conservazione del possesso che hanno caratterizzato questo tour". "In rapporto ai tanti giovani che abbiamo utilizzato sono contento del gioco espresso e di come gli esordienti hanno figurato in queste settimane, è anche vero che eravamo al termine di una stagione molto lunga e questo può avere influito su certi errori. Ci sono ancora delle cose da sistemare, penso in particolare alle ripartenze sui calci di rinvio, per poter essere soddisfatti pienamente ma dobbiamo continuare in questa direzione".

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