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L'italia della corruzione. la protezione civile cerca di difendersi

Creato il 24 giugno 2010 da Madyur
L'ITALIA DELLA CORRUZIONE. LA PROTEZIONE CIVILE CERCA DI DIFENDERSI
Esiste l’Italia degli appalti pubblici dove la corruzione è radicata. C’è un Italia “pubblica” dove la concorrenza “sleale” danneggia gli onesti che, per questo, escono dal mercato.
L’Authority che vigila sui contratti pubblici evidenzia enormi problemi. S’inizia dalle inadempienze della Pubblica Amministrazione ( ritardo nei pagamenti a volte superiore a due anni) ; parla delle scorciatoie , alle deroghe su regole e procedure di gara di Grandi Eventi gestite dalla Protezione Civile che lo scorso anno gestiva 4 miliardi di euro grazie alle corsie d’emergenza protette.
L’Authority sottolinea poi con forza la prassi del ricorso agli arbitrati liberi , fonte di un impennata nei costi generali dell’appalto. La relazione dell’Authority dice che nel solo 2009 tutte le gare d’importo a superiore a 150 mila euro hanno sfiorato complessivamente gli 80 miliardi di euro , pari al 6,6% del nostro Pil.
Sono appalti che rischiano di finire nel circolo virtuoso degli arbitrati. Per ben 94 volte lo Stato perde la partita. Ma non solo secondo l’Authority , quando l’entità dei contratti è superiore a 15 milioni di euro , una volta su due spunta la richiesta di arbitrato.
Sono state analizzate ben 764 interventi realizzati in “EMERGENZA” a seguito di ordinanza della Protezione Civile dal 2001 in poi. Ben 302 erano relativi agli appalti , con un finanziamento di quasi 13 miliardi di euro. Per il terremoto in Abruzzo le ordinanze emanate hanno previsto stanziamenti per oltre 638 milioni di euro anche se quelli destinati all’Abruzzo per il 2009 sono stati 1,63 miliardi e per il 2010 a 560 milioni di euro.
La Protezione Civile risponde duramente alle polemiche “ L’Autorità dovrebbe ricordare la disciplina riguardante lo Stato di emergenza e alla dichiarazione di grande evento. Addossare tutta la responsabilità alla Protezione Civile è esercizio troppo facile. La dichiarazione di grande evento è regolata da una legge dello Stato approvata dal Parlamento e non sulla base degli umori o della volontà della Protezione Civile nazionale, come sembra adombrare il rapporto dell’Autorità”.
La Protezione cerca di chiarire anche i 13 miliardi gestiti senza alcun controllo “Occorre fare molte distinzioni che tengano conto di quanto prevede la normativa e non di ciò che decide il dipartimento. Si sostiene che la Protezione Civile avrebbe abusato delle procedure in deroga. Ma alla luce di quanto dettato dalla legge , forse quella responsabilità andrebbero ricercate nell’intera legislazione nazionale, o nei diversi rappresentanti delle istituzioni che si sono fatte carico di risolvere situazioni il più delle volte drammatiche o, ancora, nei tecnici che hanno ricevuto l’incarico su materie specifiche con l’vallo di tutti i livelli istituzionali” madyur

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