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L’Italia deve bombardare. Chi non si sa ma deve. In arrivo 131 caccia nuovi di zecca (200 milioni l’uno).

Creato il 03 gennaio 2012 da Massimoconsorti @massimoconsorti
L’Italia deve bombardare. Chi non si sa ma deve. In arrivo 131 caccia nuovi di zecca (200 milioni l’uno).Il clima sembra quello degli anni ‘60/’70: piena guerra fredda. Chissà perché, contrariamente a quanto avviene da altre parti, in Italia basta portare una divisa e ci si sente immediatamente importanti. Meno gli operai, quelli che indossano da sempre una tuta blu o bianca a seconda delle mansioni, tutti coloro che per mestiere devono svegliarsi la mattina e indossare l’abito da lavoro, sentono di avere una marcia in più, quasi che l’abito facesse davvero il monaco. Abbiamo conosciuto, e conosciamo, vigili urbani, carabinieri, pompieri, finanzieri, infermieri, medici, crocerossine, barellieri dell’Unitalsi, tecnici della tv, autisti di autobus e commessi dei centri commerciali per i quali vestirsi tutti allo stessa maniera, indossare la stessa divisa, rappresenta il senso di appartenenza a una casta, a una corporazione, a una categoria delle arti e dei mestieri. Rifiutando da sempre tutto quello che ha il vago sapore della omologazione, abbiamo dovuto sopportare per dodici mesi scarsi una divisa militare giurando a noi stessi che quella sarebbe stata la prima e ultima perché già il grembiule della scuola e la “cotta” da chierichetti ci facevano girare le palle allo spasimo. Sembra, insomma, che la divisa dia autorità, prestigio, reputazione e rappresenti il massimo della visibilità sociale, il top del valore collettivo, un frainteso senso dell’onore e della disciplina che abbiamo combattuto fin da quando abbiamo capito che la “cotta” del chierichetto serviva a fracassarci le palle durante le messe e i rosari ben più del nostro cappottino rovesciato. Ma in questa occasione, nei giorni precedenti la festa che nei nostri ricordi è la più bella del mondo, la Befana, vorremmo fare una considerazione su quella calza sempre maledettamente piena perennemente appesa al ministero della difesa italiano, proprio dietro le spalle della poltrona del ministro. L’Italia che considera eroi quelli che si fanno abbattere in volo e degni di rispetto e ammirazione i mercenari, l’Italia che spaccia per missioni di pace aggressioni con opzioni militari alle altre nazioni, l’Italia che rompe trattati e patti di reciproca assistenza dalla sera alla mattina correndo il rischio di bombardare se stessa (il caso Libia grida ancora vendetta al cospetto dell’Onu), ha deciso da tempo di inseguire gli Usa, la Francia, la Russia, Israele, la Gran Bretagna e compagnia guerrafondaia cantando, nella corsa ai migliori armamenti disponibili sul mercato sempre florido degli stragisti con tanto di licenza di vendita internazionale. Il risultato dell’andare fuori di senno è lo sperpero di denaro dell’erario nell’acquisto di navi, attrezzature terrestri, aerei, missili, bombe e alta tecnologia radaristica come fossero bruscolini e non soldi utili a tenere in piedi la scuola e gli altri servizi di pubblica utilità, proteggere il nostro patrimonio artistico e ambientale, dare una mano alle imprese in difficoltà, favorire il credito bancario, combattere la povertà, agevolare i processi di interazione, sostenere l’università e la ricerca, dare un futuro ai giovani, tutelare chi, dopo quarant’anni di culo in catena di montaggio, vorrebbe vivere un’esistenza serena. Mancando completamente del senso del reale, e continuando a vivere sempre in un videogame a sfondo bellico, quei geni degli strateghi della difesa italiana hanno deciso che fosse arrivato il momento di acquistare la bellezza di 131 cacciabombardieri F35 (sempre a garanzia Lockheed) al modico prezzo di 200milioni di euro l’uno. Qualcuno dovrà pure spiegarci a che cazzo servono all’Italia 131 cacciabombardieri se non a sollazzare qualche “greca” in vena di menare le mani. Vorremmo sapere, insomma, a cosa servono 131 cacciabombardieri per la difesa del suolo patrio quando, pur capendo pochissimo di strategia militare, tendiamo a escludere che una nazione possa bombardarsi da sola e che, in caso di invasione, quegli stessi aerei potrebbero bombardare le truppe invadenti il nostro territorio fracassando il duomo di Milano. Allora? Per effettuare una missione di peacekeeping occorre per forza bombardare qualcosa e qualcuno? E che missione di pace è? Questo fatto dell’acquisto degli aerei in tempo di crisi, sembra stia modificando anche le posizioni più filomilitariste del nostro paese. Prende bene sapere, ad esempio, che alcuni esponenti di Fli hanno detto chiaro e tondo che occorre ridurre le spese per gli armamenti, e che anche alti dirigenti del Pd iniziano a pensarla allo stesso modo dopo essere stati i fautori dell’istituzione dell’esercito professionista, sempre con lo stesso “comunista doc” Massimo D’Alema. Quelli dell’Idv, con il solito Tonino Di Pietro profeta del “moscone verde”, si sono opposti con tutte le loro forze, e fin dall’inizio, all’acquisto dissennato dei cacciabombardieri andando perfino oltre, chiedendo cioè al governo la dismissione e la messa in vendita delle vecchie, e in disuso, servitù militari. Giacciono, sul nostro territorio, decine di caserme inutilizzate, centinaia di migliaia di ettari di terreno, da destinare alle coltivazioni o al pascolo, dove una volta i militari si esercitavano nel tiro alla vacca (esperienza personale) e che non servono praticamente più a nulla. Perché costringere lo stato a spendere soldi inutilmente nei lavori di ordinaria manutenzione quando una vendita oculata ai privati porterebbe denaro fresco nelle casse? Ma il buon senso non abita da queste parti mentre la corruzione (60 bei miliardozzi di euro l’anno) si. Nel frattempo apprendiamo dai giornali che la Commissione Giovannini, quella che doveva decidere sul taglio degli stipendi agli onorevoli, ai senatori, ai manager di stato e agli alti funzionari, ha gettato la spugna. Spacciata per una combriccola di tagliatori di borse deputatesche, la Commissione presieduta dal presidente dell’Istat si è limitata a fotografare quanto c’è in questo momento in Europa; non ha fatto proposte né accennato a possibili adeguamenti in linea con i parametri vigenti nelle altre nazioni. Ma si sa, in Italia le Commissioni hanno l’importanza che hanno. Da quella sulla Lockheed a quella sulla P2, dalla Mitrokin alla Telekom Serbia, le commissioni istituite dal governo sono state una inutile fonte di sperperi e di energie umane, visto che spesso i risultati raggiunti o non sono stati tenuti in considerazione oppure completamente ribaltati. Insomma, i deputati e i senatori italiani sono quelli che, come stipendio lordo, guadagnano più di tutti, un bel record oltre a quello del costo della benzina arrivato a 1,74 euro al litro. E poi dicono di pensare al futuro dei giovani, magari a quello di chi oggi ha quattro anni sì, per i diciottenni abbiamo, in proposito, dubbi serissimi. Il futuro è ieri, tra cinque minuti storia...alle quattro sarà un dinosauro (quizzino).

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