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L’Italia è nel caos. Borsa giù, spread su e Silvio che insiste per fare il presidente della repubblica. Passa l’emendamento Pdl-Lega sul semipresidenzialismo.

Da Massimoconsorti @massimoconsorti

L’Italia è nel caos. Borsa giù, spread su e Silvio che insiste per fare il presidente della repubblica. Passa l’emendamento Pdl-Lega sul semipresidenzialismo.

La situazione è questa: ieri la Borsa di Milano ha chiuso a -2,7% e lo spread è volato a 537 punti di differenziale con i Bund tedeschi. A 550 dovremmo iniziare a tremare tutti, anche quegli italiani che in estate col cazzo che manifestano (come gli spagnoli e i francesi) standosene tranquillamente al mare. D’altronde si sa, in questo paese è sempre l’autunno a essere caldo, l’estate non si tocca: tutti in spiaggia e fanculo la crisi. Stavamo per insorgere quando il Professore ha minacciato di accorpare le festività ma nessuno ha detto una parola quando la sora Elsa se n’è uscita dicendo: “Mica abbiamo i fondi per tutti gli esodati!”. Noi siamo veramente un popolo beato. Dopo Cortina e Portofino anche il più sprovveduto dei commercianti riminesi avrebbe dovuto prevedere che in estate sarebbe arrivata la task-force GdF-Agenzia delle Entrate, e loro che hanno fatto? Hanno continuato a rilasciare tranquillamente 3 scontrini fiscali su 10. Nonostante tutto si continua a evadere mentre una ricerca di Repubblica/L’Espresso dice che la crisi non sta toccando affatto i “paperoni” che continuano a viaggiare in Ferrari, comprano Rolex e lingotti d’oro, veleggiano su yacht milionari e mantengono sempre la mignotta extralusso nel pied-à-terre di famiglia. Così, mentre Mario Monti convoca l’unità di crisi pronto ad intervenire in caso di ulteriori ribassi in borsa (ribassi che riguardano non a caso i titoli bancari) o di rialzi dello spread, il Pdl e la Legacompiono un blitz al Senato e fanno passare, uniti nel corpo e nell’anima, un emendamento per la riforma semipresidenziale della Costituzione, quello che riguarda, non a caso, l’elezione diretta del presidente della repubblica. Se qualcuno, a questo punto, nutrisse ancora dei dubbi sul futuro che Berlusconiimmagina per se stesso, dovrebbe essere accontentato. Silvio vuole fare il presidente della repubblica, con poteri da Primo Ministro, senza passare attraverso l’elezione in Parlamento dalla quale non uscirebbe mai vincente, ma facendosi eleggere direttamente dal popolo. Con la potenza di fuoco di cui dispone, il suo ragionamento, alla fine, non è poi così peregrino; la fregatura è che l’Italia si trasformerebbe inesorabilmente e definitivamente nella Repubblica delle Banane in offerta 3x2. A tutti quelli che in questo momento storico sono alle prese con l’abbronzatura da mostrare agli amici e ai colleghi, qualcuno pensa possa interessare che Silvio faccia o meno il presidente della repubblica? Se ne riparlerà come sempre a settembre, dopo che l’emendamento Pdl-Lega sarà diventato legge, con tutti gli altri partiti (Pd, Udc e Idv) che nobilmente abbandonano l’aula. Il pool Ingroia di Palermo, quello che non va in vacanza manco a Natale, ha chiesto il rinvio a giudizio di 12 indagati per la “trattativa” fra lo Stato e la mafia. Fra questi distinti signori ci sono anche l’ex ministro Nicola Mancino, il generale dei Carabinieri Mario Mori e, udite udite, Marcellino Pane, Vino ed Euri Dell’Utri. Se il processo a carico dei “trattatisti” dovesse chiudersi con una condanna, correremmo il rischio di ritrovarci un presidente della repubblica che, ai suoi tempi, trattò con la mafia. Altro che amicizia con Putin e Gheddafi, queste al massimo sarebbero marachelle, pinzillacchere e anche un po' frattaglie.  



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