Sono incazzata. Ve lo dico subito così sapete con chi avete a che fare oggi. Sono stanca, stanca delle parole vuote, dei ruoli sociali, dei contenitori che ognuno sceglie di riempire con ciò che meglio conosce e lo rassicura: gli stereotipi, i cliché, il sentito dire, il così è perché così si fa da generazioni, la natura, i pregiudizi, la superbia, l'arroganza, il padre, la madre. Soprattutto la superbia degli etero, i presunti e sedicenti "normali".Ecco sul concetto di normalità aprirei un sipario. Normale, chi o cosa rientrerebbe in questa definizione?Un padre e una madre compongono una famiglia e questo è normale. Già di per sé, attenzione. Sono abilitati in quanto uomo e donna e nessuno si mette a sindacare sul principio. Vogliono un figlio? E ci credo! E' normale alla loro età volerne uno proprio, anzi suona strano se non lo fanno, se non si allineano, se non mettono su famiglia. Allora danno da pensare, allora stonano e disturbano, come il ronzio di fondo della televisione mentre stai leggendo. Domande come: Perché lo fanno? Cosa li spinge a decidere di rivoluzionare completamente la loro vita e accollarsi un'enorme, la più grande, responsabilità del mondo? Quali sono le ragioni? A chi interessa suvvia, è così che funziona, un uomo e una donna DEVONO creare un erede, una prosecuzione, qualcuno che rimarrà a parlar di loro dopo che non ci saranno più. Il più grande delirio di onnipotenza dell'essere umano, che contribuisce alla creazione, sostituendosi a dio. Nessuno la vedrebbe mai così, nessuno si pone il quesito perché, lo ripeterò fino allo sfinimento E' NORMALE. E' NATURALE. Non esiste il concetto di merito in questo caso. E' così, inopinabile e insindacabile verità. Quasi un dogma.
Poi addurranno ragioni filosofiche e sentimentali, avallate da tutte le coppie normali: - Un figlio è la gioia più grande - L'unione, creare la vita in due è un'esperienza senza pari - Volevamo fare dono del nostro immenso amore a un' altra creatura e balblabla. Validissime ragioni certo, rientra tutto nell'idea che a loro, a quei due uomo e donna, spetta di diritto. Un diritto ottenuto e conquistato? No, è un diritto di natura. Un po' come quei re che si auto-definivano delle divinità in terra, perché scelti da dio appunto.
Sempre lui scomodiamo, sempre lui mettiamo in mezzo quando ci serve una giustificazione alta per avvalorare e rendere autorevoli le nostre cazzate. Nessuno certo si sognerebbe di dire che ha deciso di fare un figlio perché:
- Tutte le mie amiche ce l'hanno, non volevo essere da meno (competitività)- I miei se lo aspettavano, volevo renderli felici, dargli questa gioia prima che morissero (altruismo?)- Lo fanno tutti, a un certo punto è normale (omologazione)- La nostra vita di coppia si stava spegnendo, abbiamo voluto dare una botta di vita a un rapporto agonizzante (egoismo)- Dopo il matrimonio non ci restava che questo. (rassegnazione)- E che fai? Dopo che stai insieme da così tanti anni... (fatalismo)- Non lo volevo. E' arrivato. (disattenzione)
Alcune di queste coppie resteranno insieme per tutta la vita. Tra queste una parte continuerà a modo suo ad essere felice, la restante sarà frustrata per tutto il tempo, nascondendolo però a meraviglia, persino a se stessi. L'altra parte divorzierà. Tra questi alcuni strumentalizzeranno i loro figli per mantenere il potere sull'ex e controllarlo. Una categoria a parte è quella dei genitori che condannano i figli a una vita non solo di dolore emotivo e psichico, ma anche fisico. Non scendo nel dettaglio perché sono certa che la realtà la conosciamo tutti e abbiamo le nostre fonti per accedervi.
Secondo il concetto di diritto e di natura non sono argomenti su cui speculare, questi. Sono aberrazioni. Io dico che chi vive in questo mondo non solo con il corpo ma anche coscientemente (il che significa non addormentato, ma vigile e sveglio) saprà bene che la realtà somiglia molto a quella sopra descritta, nella maggior parte dei casi.
Poi ci sono le coppie apparentemente normali che ovviamente desiderano un figlio per i più disparati motivi, ma non possono o non riescono ad averli. Difettucci di fabbrica glielo impediscono.Queste coppie vorrebbero ricorrere all'aiuto della scienza, che già di per sé non è considerata naturale, ma manipolazione. La società preme, affinché si omologhino agli altri, perché dall'esterno vi assicuro sembrano proprio uguali ai normali. Allora le coppie tentano tutto il possibile, ogni metodo a disposizione, cercano anni quel che gli altri ottengono naturalmente. La domanda, per loro sorge spontanea:
Ma perché volete così tanto un figlio? Cosa vi spinge? Perché vi accanite così?
All'improvviso, parrebbe, desiderare così tanto un figlio, che nel primo caso era visto come qualcosa di normale, viene guardato con sospetto, chissà perché non è più così normale. C'è qualcosa che non va. Anche perché il dubbio è lecito: Ma non sarà che se dio (arieccolo!) ha deciso che voi no, forse un motivo c'è e voi sto figlio non ve lo meritate? Ecco che spunta, a sorpresa, il concetto di demerito. Com'è? Allora non basta più essere una donna e un uomo per meritarlo a prescindere? Cos'altro serve per rientrare nella categoria degli eletti?La cosa si aggrava maggiormente se la coppia opta per l'adozione. A questo punto le domande si intensificano, sfociano nell'indagine psicologica, nell'indiscrezione. Si entra nell'intimità della coppia, la si analizza sotto ogni aspetto, non si tralascia nemmeno un dettaglio, che se vogliono adottare un figlio devono dimostrare: A) perché lo vogliono e B) che se lo meritano davvero.
In coda abbiamo i gay e le lesbiche. Qui neanche ci degnamo di porgere delle domande a questi innaturali, deviati. Qui partiamo proprio dall'assunto, dal dogma, che una famiglia si compone di un uomo e una donna generici e loro, ahimé, non rientrano nella casistica, buona fortuna, addio.Ricorriamo, per avvalorare la tesi, a fondamenta scientifiche del livello di:
- I genitori devono essere un padre ed una madre (tradotto, è sufficiente un uomo e una donna)- Domandiamoci se da genitori gay saremmo cresciuti felici più o meno e meglio o peggio? (aspetta prendo la palla di vetro. Forse con mia zia sarei stato più felice)- I figli hanno bisogno di esempi etici e morali, spirituali e materiali (i gay non possiedono uno spirito, una morale, un'etica)- Questo non è amore è egoismo (per le coppie normali egoismo non è contemplato)- Da che mondo e mondo sono la donna e l'uomo che fanno da papà e mamma, perché voler modernizzare tutto? (Da che mondo è mondo la donna è pagata meno, anzi manco doveva lavorare)
Cose così insomma. Robba che mio nonno era un progressista a confronto! Non vi ricordano tutti quei principi di superiorità di una razza sull'altra? Non c'è un non so che di vagamente razzista? Non è che i gay e le lesbiche non possono avere un figlio: NON LO DEVONO DESIDERARE PROPRIO.
Considerando la lunghezza dei suddetti percorsi (fecondazione, adozione, maternità surrogata), la fatica, il dolore, la messa in discussione di tutto, che comportano, le riflessioni e le domande continue che scaturiscono, sto cominciando a pensare che forse sono proprio queste le coppie che non rischiano di fare un figlio per vezzo, capriccio o egoismo. Fossero queste bieche e basse motivazioni a spingerli nella ricerca avrebbero mollato da un pezzo. Ve lo assicuro. La determinazione, la consapevolezza e la solidità di coppia richiesti per questo tipo di percorsi è tale che solo i più impavidi e convinti, i più abili, ce la fanno. Se valesse anche qui la regola di Darwin, queste coppie avrebbero le abilità richieste per sopravvivere e portare avanti la specie. Tutto molto naturale! Ironia della sorte non riescono o non possono riprodursi.
Prendiamo il concetto di natura: secondo tale concetto se non puoi avere figli, non devi averne. Al massimo potresti farti qualche pera d'ormoni, adottarne uno, ma accanirti con la fecondazione assistita, l'eterologa, fino ad arrivare alla genitorialità surrogata... giammai! - Perché? - chiedi tu, giustamente interessato e incuriosito. Perché è contro natura.Analizziamola sta natura allora, così abusata, tirata in ballo quando non c'entra una caiser. In natura esistono si un maschio e una femmina, ma questo in natura non li rende una famiglia. Non basta così poco e alla natura non gliene frega manco un cazzo delle definizioni e delle classificazioni. Ed esistono solo per uno scopo procreativo: servono un seme e un uovo a generare la vita. In natura il maschio in genere si defila, è la femmina, con le altre femmine del branco, ad occuparsi della prole. Ben presto, molto, anche la prole si defilerà. Allora il punto, secondo me, è:
Per crescere un figlio, secondo natura, non servono né palle né ovaie. Serve altro. Quello che ci è stato dato in dotazione, in quanto esseri umani. E punto.
Questo è il mio umile punto di vista:
Il concetto di famiglia tradizionale ha fallito, è ora di aggiornarlo, rivederlo, allargarlo. O vedremo crescere giovani sempre più confusi, repressi, incapaci di accogliere la diversità come una ricchezza. A ben vedere la famiglia ha fatto più danni sull'individuo dell'inquinamento e delle guerre, messi insieme. La radice di molti mali, complessi, incapacità che sperimentiamo da adulti sono rintracciabili nella carenza di cure e amore, di stimoli positivi in età evolutiva (non lo dico io eh). Per non parlare dei padri che per generazioni sono stati solo un nome, una mano che picchia, una voce che sgrida. Dovremmo forse svegliarci, aprire gli occhi e scoprire che ciò che distrugge la vita dei bambini, ma veramente eh, ciò che crea poi giovani depressi e demotivati, anaffettivi o peggio ancora criminali e omicidi, non sono i genitori gay, o le coppie fissate che volevano un figlio, sono gli atteggiamenti mentali, l'ignoranza, la miseria umana in cui viviamo, col beneplacido di una società che tutto accetta, senza spirito critico.
Avere un padre e una madre è sufficiente a definire una famiglia?
E a stabilire le condizioni di crescita ottimale?
Ai posteri l'ardua sentenza.