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L’Italia ignora il problema del femminicidio #25NovembreSempre

Da Marypinagiuliaalessiafabiana

In soli 10 giorni tre donne sono state massacrate, altre sono sopravvissute ai loro mariti che hanno tentato di ucciderle. Nonostante la portata macroscopica della violenza sulle donne, il Governo italiano che tardivamente firma la Convenzione di Istanbul ma deve ancora passare al vaglio del Senato, fa slittare la proposta di legge che prevede l’inasprimento delle pene per i reati di genere, ma accade anche un altro fatto a dir poco vergognoso: la regione Lombardia, una delle regioni con il più alto tasso di donne uccise e maltrattate, continua a porre il veto sul finanziamento della legge contro la violenza sulle donne; intanto un’altra donna ieri è stata aggredita dal marito che le ha dato fuoco.

La Regione Lombardia ha scelto di non stanziare alcun finanziamento specifico, a sostegno delle legge sulla manovra finanziaria (Ne parlammo QUI). Alcuni fondi, 17,4, sono stati destinati per la spesa sanitaria, per l’ammodernamento delle tecnologie sanitarie nelle strutture pubbliche; 43,7 milioni per la dote buono scuola (un tema caro alla destra e a Formigoni); meno del doppio (79,8 milioni) per la cultura; 7 milioni per il sostegno alla natalità (tra cui le manovre antiabortiste) e perfino 3 milioni e 200 mila euro per l’assistenza ai detenuti.

Ma per la legge sulla violenza contro le donne non è stato accolto alcun finanziamento, proposta presentata da Sara Valmaggi, per il Pd, e da Chiara Cremonesi, di Sel, che chiedeva di mettere a bilancio due milioni di euro per un fenomeno in continua crescita. In questo modo, la legge sulla violenza contro le donne in Lombardia è inapplicata.

Questo fa ravvisare la profonda arretratezza del territorio italiano e più in particolare della Lombardia, ultima tra le regioni ad approvare una legge a tutela delle donne, per quanto riguarda la tutela delle donne, ma fa anche ravvisare che è ancora profondo nel nostro paese un clima di indifferenza verso le donne e tolleranza verso fenomeni di violenza di genere, considerati ancora fattori privati e individuali, aggiungendo anche il fatto che la giunta Formigoni ha premuto per anni allo scopo di rafforzare l’obiezione di coscienza e lo spirito antiabortista a tutela della famiglia, offrendo alle donne dei bonus affinché diventassero madri e (implicitamente) non cercassero lavoro, impedendo così quell’indipendenza economica che sta alla base della salvezza delle donne da rapporti violenti.

Senza quei fondi è impossibile creare e  mantenere le case segrete per ricoverare donne in pericolo di vita o i centri anti-violenza, che il welfare ha messo in crisi. Ad oggi sono 120 le donne uccise in Italia nel 2012, stando a dati raccolti in base alle notizie riportate nei giornali dato che il nostro Governo ancora non ha un osservatorio sul fenomeno, lasciandolo nel sommerso. Grazie a Telefono rosa che alla vigilia della Giornata contro la violenza alle donneha diffuso questi dati, possiamo conoscere che la violenza sulle donne in Italia ha  un aumento delle violenze contro le donne all’interno di rapporti sentimentali: l’85% di tutte le violenze, il 3% in più del 2011.



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