L’Italia nello spazio, successi e nuove opportunità

Creato il 29 luglio 2014 da Bloglobal @bloglobal_opi

di Violetta Orban

I primi passi dell’Italia verso la conquista dello spazio risalgono alla fine del Trecento con la nascita a Venezia della parola “razzo” nell’ambito della guerra con Genova. La Repubblica veneziana si serviva durante gli assedi di uno strumento bellico denominato “rocchetta”, cioè di un razzo che bruciava polvere pirica, la quale è ritenuta una fortuita scoperta cinese del Duecento. Lo studio e il perfezionamento dei principi e delle tecniche della propulsione a razzo è proseguito nei Secoli successivi insieme alle ricerche in altri settori delle attività spaziali e ha condotto il Paese all’avanguardia in questo campo.

Membro fondatore nel 1958 del comitato ONU per l’uso pacifico dello spazio extra-atmosferico (UNCOPUOS), nel 1964 l’Italia è divenuta il terzo Paese al mondo, dopo USA e URSS, a mandare in orbita un proprio satellite nell’ambito del progetto San Marco. Un ruolo centrale in esso è rivestito dal Prof. Luigi Broglio, uno dei pionieri dello spazio italiano insieme al fisico Edoardo Amaldi, la cui iniziativa ha permesso all’Italia di disporre di una propria base spaziale equatoriale a Malindi, al largo delle coste del Kenya. Negli anni Settanta il comparto industriale si è impegnato nella realizzazione del satellite per telecomunicazioni Sirio ed è stato varato dal governo il primo Piano Spaziale Nazionale. Nel decennio successivo l’importanza del settore e le sue ricadute industriali si sono ulteriormente accresciute fino a condurre alla costituzione, nel 1988, dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) con lo scopo di implementare programmi nazionali e di collaborazione internazionale.

La struttura e la visione strategica della politica spaziale italiana

La politica spaziale deriva dall’interazione tra il governo e l’Agenzia Spaziale Italiana. Il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR) supervisiona e controlla le attività dell’Agenzia e ne stabilisce le linee guida, ma un ruolo attivo nella definizione delle politiche è svolto anche dai Ministeri degli Esteri, della Difesa e dei Trasporti. La concertazione tra le diverse entità istituzionali e l’ASI e le consultazioni con realtà del mondo industriale, produttivo e della ricerca, concorrono alla formazione delle principali decisioni nazionali in materia spaziale. L’ASI agisce in conformità con le direttive d’indirizzo strategico ed il Piano Nazionale della Ricerca predisposti dal Ministero dell’Istruzione e ha autonomia scientifica, finanziaria, patrimoniale e contabile. Sulla base del Piano Nazionale della Ricerca l’ASI approva tramite il proprio Consiglio di Amministrazione un Documento di Visione Strategica decennale contenente i principali obiettivi da raggiungere in differenti aree delle attività spaziali. Il Consiglio di Amministrazione, sovrinteso dal Presidente dell’ente, delibera anche il Piano Triennale di Attività che descrive in dettaglio i progetti in sviluppo, la loro pianificazione temporale e finanziaria e viene aggiornato annualmente. La dimensione sinergica ed interministeriale della governance spaziale italiana si riflette nella composizione di questo organo i cui membri sono nominati da vari ministeri, due dall’Istruzione, uno dagli Affari Esteri, uno dalla Difesa, uno dall’Economia e Finanze. Le risorse economiche a disposizione dell’ASI per l’implementazione dei progetti spaziali derivano principalmente dal contributo ordinario del MIUR e dal cofinanziamento su specifici programmi proveniente da altri enti pubblici (per esempio dal Ministero della Difesa per programmi duali, cioè a valenza sia civile che militare). Dopo aver passato il vaglio del Comitato Interministeriale per la Pianificazione Economica (CIPE) il budget spaziale diviene infine parte della Finanziaria.

Le priorità delineate nell’ultimo Documento di Visione Strategica 2010-2020 mirano a capitalizzare i risultati raggiunti nel settore aerospaziale nazionale e a garantire al Paese una posizione di primazia in alcune aree di particolare interesse. Tra di esse si pone l’accento sull’esplorazione umana e robotica dello spazio tramite l’utilizzo rispettivamente della Stazione Spaziale Internazionale e delle missioni ExoMars di esplorazione su Marte e si auspica il raggiungimento di una posizione di leadership nell’osservazione della Terra. I programmi duali sono ritenuti di centrale importanza e la Public Private Partnership è il principale strumento promosso per il reperimento di risorse economiche nella realizzazione di programmi spaziali. In virtù delle molteplici ricadute economiche, scientifiche e tecnologiche delle applicazioni spaziali sul tessuto nazionale ulteriori obiettivi prioritari sono definiti nell’ambito dello studio dell’Universo, delle telecomunicazioni, dell’accesso allo spazio, della navigazione, dello sviluppo di tecnologie critiche e della diffusione della cultura spaziale a livello di opinione pubblica.

Le attività nazionali

Il comparto aerospaziale italiano ha sviluppato un forte attivismo in numerosi progetti di rilievo nazionale, europeo ed internazionale. La partecipazione del Paese alle principali iniziative spaziali globali è stata notevole e spesso determinante, rimanendo tuttavia scarsamente a conoscenza del pubblico esterno agli addetti ai lavori. Nell’ambito dell’ambizioso programma di cooperazione scientifica e tecnologica mondiale costituito dalla Stazione Spaziale Internazionale (ISS) l’Italia ha concorso alla costruzione di circa il 50% del suo volume abitabile. Parte del contributo italiano alla piattaforma orbitante della ISS, sorta di enorme laboratorio spaziale in cui sono condotte attività ed esperimenti scientifici, biomedici e biotecnologici, si è manifestata con la costruzione del Nodo 2 e Nodo 3 che rappresentano elementi di connessione tra i laboratori della Stazione , della struttura di osservazione Cupola, dei contenitori cargo MPLM (Multipurpose Logistic Modules – Moduli Logistici Pressurizzati Multifunzionali) sviluppati grazie ad un accordo bilaterale ASI-NASA. Queste infrastrutture sono state realizzate da Thales Alenia Space nell’ambito della partnership che ha condotto alla Space Alliance tra la francese Thales e l’italiana Finmeccanica, le quali controllano Thales Alenia Space rispettivamente con il 67% e 33% e Telespazio con percentuali invertite di 33% e 67%.

In linea con l’obiettivo strategico di ottenere un ruolo di leadership nel campo dell’osservazione della Terra, l’Italia ha intrapreso il suo più grande programma spaziale con il sistema satellitare duale COSMO-SkyMed in grado di fornire servizi ad applicazione civile e militare. Concepito dall’ASI e dal Ministero della Difesa e finanziato da quest’ultimo e dal MIUR con il supporto del Ministero per lo Sviluppo Economico, il progetto è interamente sviluppato dall’industria nazionale e si pone tecnologicamente e a livello di prestazioni all’avanguardia mondiale in questo settore. Include un segmento spaziale costituito da una costellazione di 4 satelliti dotati di sensori SAR (radar ad apertura sintetica) ad alta risoluzione operanti in banda X ed un segmento di terra per il controllo, la gestione e l’elaborazione dei dati prodotti dal sistema. È in grado di garantire una copertura globale del pianeta e di operare giorno e notte ed in qualsiasi condizione meteorologica. Le molteplici applicazioni dei dati forniti da COSMO-SkyMed includono la prevenzione e gestione delle emergenze ambientali, il monitoraggio marittimo, costiero, agricolo, forestale e degli edifici e la cartografia. Oltre alle indubbie ricadute tecnologiche, economiche, applicative e di prestigio internazionale il programma è stato implementato nell’ottica di una politica industriale volta a coinvolgere e a valorizzare le eccellenze nazionali con la partecipazione anche di Piccole e Medie imprese.

Fortemente attiva su iniziative relative all’osservazione dell’Universo, alle infrastrutture di telecomunicazioni ed al progetto di navigazione Galileo, l’Italia ha inoltre monitorato con attenzione il settore dei lanciatori coerentemente con la priorità strategica di assicurare un’autonomia europea di accesso allo spazio. Oltre all’importante contributo italiano allo sviluppo della filiera dei lanciatori Ariane, a partire dal 2000 si è dato il via in ambito ESA al programma di implementazione di Vega, il lanciatore di classe media progettato in Italia e in cui l’industria nazionale detiene un ruolo di leadership, il cui primo lancio è avvenuto nel febbraio 2012.

Il contributo all’ESA e la cooperazione internazionale

L’Italia ritiene prioritaria una stretta collaborazione con l’ESA, destinando circa la metà delle risorse dell’ASI a programmi realizzati in ambito europeo, e ne promuove il ruolo di Agenzia delle Politiche dell’UE nello Spazio nel contesto dell’attuale evoluzione della governance europea del settore. Nonostante le recenti diminuzioni del contributo ordinario del MIUR per il settore spazio, che si sono ripercosse proporzionalmente sugli investimenti nazionali e sulla contribuzione in ESA, l’Italia continua per il momento ad essere il terzo contributore alle attività dell’Agenzia Spaziale Europea e nel 2013 ha partecipato al budget ESA con 400 milioni di euro. Nella Ministeriale del 2012 l’Italia ha sottoscritto programmi opzionali per circa 590 milioni di € investendo, tra l’altro, nell’osservazione della Terra e nell’implementazione di Vega.

Le collaborazioni multilaterali in seno ad organismi internazionali e gli accordi bilaterali con Paesi dal ruolo consolidato o emergente nel settore spaziale costituiscono un ulteriore obiettivo prioritario della politica spaziale italiana. In aggiunta ai progetti di cooperazione con Francia, Germania e Stati Uniti l’ASI ha stipulato Accordi e Dichiarazioni di Intenti con la Russia sulla propulsione e i lanciatori, con l’agenzia spaziale indiana ISRO su scienza, tecnologia e applicazioni spaziali, con il Brasile, con l’Egitto su attività di osservazione della Terra, con Israele nel campo dei sistemi tecnologici di osservazione iperspettrale. L’accordo con l’ente spaziale argentino CONAE istituisce il sistema SIASGE (Sistema Italo-Argentino Satellitare per la Gestione delle Emergenze) grazie a cui le due agenzie nazionali possono disporre dei dati in banda X di COSMO-SkyMed e di quelli in banda L del satellite argentino Saocom. Ulteriori impegni nel settore della cooperazione spaziale sono stati assunti con Australia, Corea del Sud, Cina, Giappone, Kenya.

* Violetta Orban è Dottoressa in Relazioni Internazionali (Università Roma Tre)

In copertina Luca Parmitano, Cupola-ISS – Photo credits: ESA/NASA

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