Secondo gli analisti svizzeri, infatti, il rischio di default di Roma è molto inferiore rispetto a quello degli altri paesi dell’Europa periferica. Per quali ragioni? Credit Suisse ricorda che l’Italia ha un deficit di solo il 4,1% del Pil e un avanzo primario (al netto della spesa per interessi) allo 0,6% del Pil. In Europa, poi, gli unici due stati con un avanzo primario sono la Svizzera e la Norvegia, che tra l’altro non fanno parte della Ue.
Non solo. Oltre a un livello del debito privato più basso della media europea (125% del Pil, la metà di Spagna e Portogallo), l’Italia ha anche passività nette estere pari al 21% del Pil, contro una media di circa il 100% nei paesi dell’Europa periferica. Ciò significa che per gli analisti della banca elevetica, se si avverasse lo scenario peggiore di caduta dell’euro, l’Italia non avrebbe bisogno di promuovere un default. Nel caso del ritorno alla lira, una svalutazione del 50% della valuta lascerebbe ancora le passività nette estere al 40% del Pil. Un livello ancora gestibile per la banca d’investimento elvetica.
Ma dai???
fonte: Panorama.it massimo morici Giovedì 22 Settembre 2011 © 2007 Arnoldo Mondadori Editore S.p.A.