Ecco perché l’Italia non è un paese per Master. Io provoco, ormai lo sapete, ma in questo caso sono abbastanza seria. Perché questa è una pratica che ha a che vedere con la salute fisica e mentale di chi la conduce e di chi la subisce, e non sono poche le storie che si sentono di “giochi erotici” finiti male, soprattutto adesso che, grazie a certi romanzi, il BDSM ha preso la forma di un lecca lecca dolciastro e rosa confetto. Ci vuole serietà e grande senso di responsabilità per dirsi un buon Master, e più valuto la questione da qui, più guardo ai “fatti”, alle promesse non mantenute, alle parole date e dimenticate, ai ritardi, al pressapochismo e la superficialità con la quale in questo Paese si tratta l’animo umano, più sono convinta si possano contare sulla punta delle dita di una mano sola i Master “esperti” presenti sul territorio. Negli anni, alla ricerca di storie estreme da raccontare, ho incontrato molti Master, e non a caso non sono andata mai oltre un drink e qualche parola. Il più delle volte mi è bastato vederli imbarazzati o semplicemente eccedere con l’alcol. Leggendo tra gli annunci anche di siti piuttosto seri, si trovano sempre meno Master esperti e sempre più di praticanti del bdsm soft. E questo è un male. Il praticante “soft” termine che mi fa venire l’orticaria soltanto a pronunciarlo, sarebbe quello che cerca piccanti variazioni al sesso Vanilla, un po’ di spanking, un buon contorno scenografico che sa di carnevalata, pantaloni di pelle e cinture borchiate, e il chiaro scopo di praticare gratis un po’ di sodomia. Questo è tutto fuorché S/M dove la penetrazione può essere anche esclusa del tutto. Il Master ha studiato e bene, ed è in grado di riconoscere i propri limiti, e quelli del proprio partner anche quando li vuole superare, perché una volta varcato il confine è assai difficile tornare indietro. Non esistono manuali del perfetto Master, e m’impensieriscono le “keyword” registrate dal mio Blog, perché significa che in tanti vogliono praticarlo e cercano consigli utili on line. Ma fidatevi, questa è roba che si comprende solo praticandola, solo affidandosi a qualcuno con grande esperienza, autorevolezza e self control, consapevolezza e tatto, ragione, tanta, e senso della misura. Le regole, lo sanno anche i bambini, vanno dettate prima della sessione e mai più ribadite. Non possono essere confuse, ci vuole chiarezza e non balbettii emotivi. Le regole non si possono cambiare di continuo, così come la SAFE WORD che deve essere inequivocabile e distinguibile tra tutte le altre e pronunciabile in ogni momento e in qualsiasi posizione.
Insomma, il sadomaso, o come preferite chiamarlo, richiede un duro lavoro di autocontrollo e autodisciplina e soprattutto ha bisogno di un “rapporto” tra dominante e sottomesso, che lo qualifichi più di ogni altra cosa. Ci vuole una conoscenza profonda dell’altro, della sua psiche e dei suoi desideri. L’unico consiglio che ho da dare a chiunque voglia avvicinarsi a questa pratica è di non fidarsi mai del primo venuto, perché farsi prendere la mano, può costare una vita.