L'eliminazione del taglio dell'aliquota ordinaria dell'Imu al 50%, prevista in precedenza dalle norme sul federalismo, metterà gli immobili in affitto di fronte ad una dura realtà: ovvero il pagamento in toto dell'aliquota ordinaria del 7,6 per mille, fatta salva la facoltà per i Comuni di ridurre questa aliquota fino al 4 per mille e la possibilità di aumentarla fino al 3 per mille.
Ecco una fotografia del "prima" e del "dopo" Imu: oggi un immobile residenziale con un contratto a canone libero del valore catastale di 100.000 euro (comprensivo della rivalutazione della rendita del 5%), con un'aliquota Ici del 6,5 per mille, paga un'imposta di 650 euro. Per il medesimo immobile con un valore catastale maggiorato del 60%, applicando l'aliquota Imu ordinaria del 7,6 per mille il proprietario dovrà pagare un'imposta di 1.216 euro. In pratica, un incremento di 566 euro (+ 87%). Se poi il comune ricorrerà alla possibilità di applicare la maggiorazione massima del 3 per mille, l'imposta dovuta dal locatore risulterà di 1.696 euro registrando, così, un aumento di 1.046 euro (+ 161%). (fonte la Repubblica). 2) La vera stangata arriva dalle rendite catastali: il valore attribuito all'immobile in base alla sua consistenza (numero di vani, superficie, volumetria) e sul quale vengono calcolate tutte le imposte relative alla casa. Un aggiornamento era ampiamente previsto, ma nell'ordine di un 30% massimo (l'ultimo era parametrato ai valori immobiliari del 1989). L'adeguamento è invece cresciuto di 60 punti base dal 100 al 160%. (fonte la Repubblica).
5) Seconde case. Nessuna scalettatura né progressività per le seconde case, si pagherà il 7,6 per mille. Senza sconti, anche se i Comuni avranno la possibilità di alzarla o abbassarla del 3 per mille. Ma non ci sarà spazio per alcuna detrazione. E quindi un'abitazione di media categoria a Milano, come seconda casa, costerà 1.900 euro in più all'anno. A Bologna, 2.050 euro aggiuntivi. A Roma, 1.514 euro. A Bari 1.495 euro. (fonte la Repubblica). 6) Cambia nome la Tarsu, diventa Res ma quella sui rifiuti sempre una tassa rimane. 7) Diventa strutturale l'agevolazione del 36% (finora sempre in proroga da 10 anni) sulle ristrutturazioni edilizie di abitazioni e viene estesa a edifici non residenziali per le zone colpite da calamità naturali. Le agevolazioni del 55% per l'efficienza energetica dovrebbero essere prorogate al 2014. Il tetto massimo su cui calcolare la detrazione è fissata a 48mila euro, suddiviso in 10 anni. (fonte la Repubblica).