L’Italia trionfa al Festival di Roma

Creato il 16 novembre 2013 da Oggialcinemanet @oggialcinema

Tir di Alberto Fasulo. Vince il cinema italiano, quello tanto bistrattato, criticato, sottovalutato. Quel cinema con poche idee, con pochi talenti, privo di originalità, che intanto in questa stagione festivaliera si è già portato a casa un Leone d’Oro ed ora anche il Marc’Aurelio.

La vittoria del film di Fasulo non solo dimostra il coraggio della giuria presieduta da James Gray, che ha fatto una scelta coraggiosa, difficile, anticonvenzionale, ma segna anche ormai in modo definitivo ed inequivocabile una nuova strada per il cinema italiano ed internazionale. La strada del cinema del reale, quella a cui Rosi dava poesia con Sacro GRA, e quella che Fasulo rivede e rielabora attraverso la finzione. Definiamola pure docu-fiction quella di Tir, ma è forse più giusto definirla attenzione per la realtà, amore per il vero, impegno civile senza manipolazioni ideologiche.

Il premio maggiore poteva tranquillamente – e meritatamente – finire nelle mani di Spike Jonze, che con Her ha forse firmato uno dei film più belli degli ultimi anni, ma la scelta di assegnare il riconoscimento al film italiano è lo specchio della linea artistica del Festival di Roma, da sempre indirizzata a valorizzare autori emergenti e film coraggiosi, al di là dei grandi nomi e delle grandi produzioni, in ogni caso sempre protagoniste.

L’ulteriore segno che James Gray e gli altri giurati abbiano voluto sorprendere e  azzardare (con senno, però) è il premio per la miglior interpretazione femminile a Scarlett Johansson. Una performance solo vocale, la sua, in Her, ma tanto sensuale, affascinante, addirittura fisica nonostante la sua essenza aleatoria, che ha meritato questo premio. In questo caso, non si tratta tanto di una scelta originale da parte della giuria, quanto di una decisione unica nella storia, perché – se la memoria non ci inganna – è la prima volta che un attore riceve un riconoscimento per un’interpretazione “fuori campo”. Ma veniamo agli altri premi. Un po’ a sorpresa quello per la miglior regia è andato a Kiyoshi Kurosawa per Seventh Code, una storia d’amore che si tinge di atmosfere da spy-story, sicuramente non un film indimenticabile e di certo non il miglior film dell’autore giapponese; il premio Speciale della Giuria  è stato invece assegnato al notevole Quod Erat Demostrandumdi Andrei Gruzsniczk, alla vigilia uno dei papabili Marc’Aurelio, che racconta una drammatica vicenda nella Bucarest degli anni Ottanta e conferma l’ottimo stato di forma del nuovo cinema romeno. Ineccepibile il premio come miglior attore a Matthew McConaughey per l’intenso Dallas Buyers Club. Se la vedeva con lo straordinario Joaquin Phoenix di Her, e siamo certi che in giuria sia stata una battaglia all’ultimo voto. Una battaglia che sicuramente si ripeterà ai prossimi premi Oscar. Si chiude quindi un altro festival italiano nel segno dell’Italia e del nostro cinema. Un cinema che, mai pretenzioso, è finalmente tornato ad osare con la forza della semplicità. Tir di Alberto Fasulone è il suo più chiaro esempio.

Di Antonio Valerio Spera per Oggialcinema.net

Foto: Federica De Masi per Oggialcinema.net


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