Questa misura internazionale che ci dà un giornalista come Rampini serve ad allargare la visuale ristretta e ridefinire le priorità. Non che non le avessimo già comprese da soli: riduzione dei costi della politica. Per riduzione dei costi della politica si intendono tutte quelle retribuzioni, diarie, agevolazioni che hanno le cariche elettive, i parlamentari, i consiglieri e via dicendo, anche quando hanno smesso la carica, i giornali degli uomini dei partiti, le fondazioni degli uomini dei partiti insomma tutto il parentado perchè anche gli uomini politici tengono famiglia.I politici non sentono la crisi. Questa è un'amara verità (per gli altri, non per loro) e il saperlo è una magra consolazione. L'assenza della condivisione dei sacrifici incarognisce gli animi e accentua i conflitti. Sembra difficile accettare che signori laureati in economia non comprendano che ridurre di un terzo uno stipendio medio basso significa spalancare le porte della povertà. Se la stessa cifra che rappresenta un terzo degli introiti dei ceti medi la togli ai redditi medio-alti o alti otterrai di innervosire il contribuente, non di impoverirlo. Ma qui, il Governo ha già difficoltà a ridurre la spesa di 4 o 5 miliardi...
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