I due documentari – che andranno in onda sabato 21 e il prossimo 28 dicembre, in seconda serata su Raidue – sono stati presentati ieri mattina al teatro Nuovo, appunto nel cuore dei Quartieri spagnoli, e nascono da un’intuizione semplice ma estremamente efficace, quella di portare i quattro ragazzi napoletani per la prima volta fuori dal loro territorio di riferimento e fargli raccontare il momento difficile dell’Italia di oggi attraverso un viaggio dall’estremo Nord all’estremo Sud dello Stivale.
Alla presentazione, sono intervenuti il direttore del Tg2 Marcello Masi, il giornalista di Tg2 Dossier Donato Placido, il segretario generale di ActionAid Marco De Ponte, oltre allo stesso Venditti e ai quattro giovani filmaker: Mariano Di Giovanni, Giovanni Savio, Giuseppe Schisano e Gennaro Masiello.
«Quella che abbiamo realizzato», sottolinea Masi, «è un’operazione di verità, perché propone l’Italia nuda, senza filtri né sovrastrutture, con le sue brutture e realtà orrende, ma anche con la grande forza e gli sguardi limpidi e liberi di tanti giovani che s’impegnano quotidianamente per risollevare le sorti del Paese. Con progetti come questo, anche la Rai prova a dare il suo contributo per il futuro dell’Italia, offrendo ai giovani possibilità di far sentire la propria voce e, in definitiva, provando a declinare in modo efficace la parola speranza».
Girato in un mese e mezzo, tra settembre e ottobre di quest’anno, «Quartieri spagnoli, Italia» mostra Mariano, Giovanni, Giuseppe e Gennaro che partono da Napoli armati di telecamere e si recano in otto luoghi emblematici dell’Italia del 2013: c’è L’Aquila ancora in ginocchio quattro anni e mezzo dopo il terremoto, la Roma della politica lontana dalla gente, una Padova divisa dall’esclusione sociale e dalle difficoltà di inserimento dei migranti, Bologna e i tanti studenti fuorisede, Reggio Emilia infiltrata dalla ’ndrangheta, un’altra località terremotata come Finale Emilia nei pressi di Modena e, ai due estremi, il profondo Sud di Reggio Calabria e la quiete dolomitica quasi surreale del piccolo borgo montano di Sagron Mis, circa 200 abitanti in provincia di Trento.
«In ciascun luogo», spiega Venditti, regista e coordinatore dei reportage, «i ragazzi fanno i conti col loro stupore nel trovarsi di fronte a problemi che credevano fossero propri soltanto del loro quartiere, ma non nascondono l’emozione verso le tante realtà associazionistiche che incontrano lungo il viaggio. In tal senso, i Quartieri spagnoli di Napoli diventano, ai loro occhi ma inevitabilmente anche a quelli degli spettatori, una perfetta cartina di tornasole dell’Italia di oggi».
Nel corso del viaggio, Mariano, Giovanni, Giuseppe e Gennaro sono spettatori e attori, pongono ai loro interlocutori domande scomode e fanno emergere la realtà: «Si vede», aggiunge il regista, «un’Italia abbandonata a se stessa da istituzioni assenti, ma al tempo stesso ricchissima di intelligenze giovani e forte di un associazionismo che, quasi ovunque, fa da supplente proprio a questo vuoto istituzionale».
Diego Del Pozzoper "Il Mattino"