E’ molto dubbio che ci fosse bisogno di tutto questo per battere l’evasione: se lo si fosse voluto si poteva fare anche prima visto che il cervellone del Sogei di cui sono state celebrate le magnifiche sorti proprio in questi giorni da ministri e giornali, è nato nel 1984 ed è stato potenziato ai livelli attuali 12 anni fa. Del resto se si fosse voluto fare il controllo incrociato delle fatture sarebbe bastato un pc abbastanza performante. Lo stesso Vincenzo Visco, primo inventore della tracciabilità è critico nei confronti di ciò che è stato messo in opera: “La misura sui conti correnti bancari si poteva fare in modo più semplice ed efficace. All’agenzia delle entrate bastano 4 numeri: saldi iniziale e finale, media dei depositi, media delle transazioni. Invece si è scelto di trasferire tutti i movimenti: un’operazione che richiederà almeno un anno per entrare in funzione, e che non aiuterà nella lotta all’evasione”.
Forse si è voluto dare tempo per inventare delle nuove vie d’uscita, nuovi assetti, nuove società di comodo, nuove “nullatenenze”, ma comunque sia, già da quando si è entrati nell’era dell’informatica, gli accertamenti non sono tanto una questione di strumenti, quanto di direttive e di volontà politica. Intanto però a tutti i cittadini, a parte quelli sotto il livello di povertà, viene imposto di consegnare il loro obolo alle banche, cioè a quelle aziende private che sono poi all’origine delle nostre disgrazie.
Che sbadato, non ho tenuto conto che abbiamo un governo tecnico: non si occupa di volontà politica. Solo di tecnicissimi massacri.