Il mercato del lavoro italiano presenta ancora difficoltà, ma qualcosa si sta muovendo in direzione opposta al trend negativo degli ultimi anni. Tra gennaio e marzo, ad esempio, le imprese italiane avranno offerto con ogni probabilità un lavoro a 227 mila persone. E rispetto allo stesso periodo del 2015, i lavoratori che entreranno in azienda saranno l’8,4% in più. Inoltre quasi un’assunzione su tre sarà rivolta a giovani con meno di 30 anni. Le stime emergono dal Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere con il supporto del Ministero del Lavoro, sulla base dei programmi occupazionali forniti delle imprese italiane dell’industria e dei servizi. In pratica le previsioni di questo trimestre fanno pensare ad un’ulteriore ripresa della domanda di lavoro da parte delle imprese, motivo per cui – viene segnalato – otto disoccupati su cento potrebbero essere assunti con un contratto di tipo stabile. Il dato positivo riguarda senza dubbio i più giovani in cerca di lavoro. Nel medesimo periodo considerato, infatti, il 32,5% dei posti di lavoro offerti dal settore privato sarà riservato agli under 30, quando lo scorso anno era il 30,3%. Tradotto: su cento under 30 in cerca di lavoro, cinque potrebbero trovare occupazione tra gennaio e marzo, mentre lo scorso anno il numero si fermava a quattro. Sicuramente tale andamento, se confermato, mostrerà nuovi miglioramenti. Tuttavia è ancora presto per parlare di un pieno recupero. In generale in Italia il tasso di posti vacanti – che misura la vitalità del mercato del lavoro dal lato della domanda, cioè delle imprese – è stabile allo 0,6% (0,7% nei servizi, dati Istat, quarto trimestre 2015). Inoltre, come riferiva l’Istat alcune settimane fa, a gennaio le aspettative dagli imprenditori sull’evoluzione dell’occupazione nei successivi tre mesi sono tornate a peggiorare lievemente nel settore manifatturiero e nel commercio mentre continuano a migliorare nei servizi. In effetti, una risposta in questo senso, giungerebbe dall’Osservatorio Lavoro della Cna (che monitora oltre 20.500 micro e piccole imprese), secondo cui a gennaio gli occupati sono aumentati dell’1% rispetto a dicembre e del 2,5% sull’anno. Ma la crescita annuale dell’occupazione che sta interessando le micro e piccole imprese deriva principalmente della diminuzione delle cessazioni dei rapporti di lavoro (-23,4%), un risultato che comunque conferma il miglioramento dell’economia italiana, nonostante una ripresa nel complesso ancora incerta e a tratti fragile. Ad ogni modo anche le assunzioni sono diminuite (-13,9%) e – spiega l’Osservatorio Lavoro della Cna –, il dato dipende dalle modifiche che hanno interessato la decontribuzione sui nuovi contratti a tempo indeterminato. In altre parole “la riduzione degli incentivi in vigore dal 2016 ha determinato un boom di assunzioni a dicembre 2015 (+140% rispetto a novembre) cui è seguita una riduzione più che prevedibile a gennaio (-42%)”. Sul fronte dell’occupazione nella fascia di età 25-34 anni, il trend stimato da Unioncamere è positivo molto più che la variazione ad un anno (dicembre 2014-dicembre 2015, dati Istat) è negativa (-40 mila gli occupati), mentre gli inattivi – le persone che non fanno parte delle forze di lavoro, ovvero quelle che gli istituti non classificano come occupate o in cerca di occupazione – hanno registrato un aumento di 89 mila unità.
(anche su T-Mag)
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