L’Ocse bacchetta l’Italia e rivede le stime sul Pil: -0,4% nel 2014

Creato il 15 settembre 2014 da Nicola933
di Grazia Serao - 15 settembre 2014

Di Grazia Serao. L’OCSE boccia l’Italia, tagliando drasticamente le stime di crescita. Nel Rapporto economico intermedio diffuso oggi l’organizzazione parigina ha previsto per il 2014 un calo del Pil dello 0,4% contro il +0,5% indicato nell’outlook semestrale dello scorso maggio.

Per il 2016, poi, le previsioni non sono più rosee: le stime puntano ora a +0,1% contro il +1,1% pronosticato la scorsa primavera.

Non solo le rivelazioni macroeconomiche degli ultimi mesi hanno frenato le prospettive di crescita della nostra economia, ma ora anche le stime dell’OCSE bacchettano l’Italia. E lo fanno in maniera dolorosissima.

L’OCSE ha peraltro tagliato le stime anche degli altri paesi europei, ma l’Italia resta l’ultima della classe. Il Pil tedesco è atteso in crescita dell’1,5% sia quest’anno (dall’1,9% indicato a maggio), sia il prossimo (dal +2,1%). Per l’insieme dell’Eurozona la crescita attesa quest’anno è ridotta a +0,8% (da +1,2%) e a +1,1% (da +1,7% il prossimo).

Al contrario, secondo il rapporto, risultano essere positive le reazioni alla crisi di Stati Uniti, Giappone, India e Cina. Ma le difficoltà dell’Eurozona potrebbero provocare dei problemi a livello globale: la bassa inflazione, i conflitti geopolitici (tra Russia ed Ucraina in primis) e l’incertezza sull’esito del referendum in Scozia preoccupano seriamente l’OCSE.

Anche le agenzie di rating Standard & Poor’s ha rivisto al ribasso le stime di crescita dell’Eurozona. Il nostro paese resterà al palo per tutto il 2014, mentre a giugno si stimava possibile una crescita dello 0,5%.Al ribasso sono state riviste anche le stime di Francia (a +0,5% da +0,7%) e Olanda (a +0,8% da +1%), mentre sono rimaste invariate quelle di Germania (+1,8%), Spagna (+1,3%) e Belgio (+1,1%).

In particolare, S&P ritiene che il nostro paese sia “bloccato nella recessione” e valuta che l’impatto del bonus da 80 euro voluto dal Governo Renzi, insieme all’accelerazione del pagamento dei debiti arretrati della Pubblica amministrazione, sarà solo dello 0,1% contro lo 0,3% inizialmente previsto. Il rallentamento dell’export e i ritardi nelle riforme strutturali avviate nei mesi scorsi pesano enormemente sull’economia e sul flusso di investimenti.


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