Il prossimo 12 settembre sarà una giornata decisiva per l’Europa: nello stesso giorno ci saranno le elezioni anticipate in Olanda e la Corte Costituzionale Tedesca emetterà il verdetto sull’ESM.
Il risultato delle elezioni in Olanda è molto importante perchè rischia di rompere l’attuale equilibrio politico europeo complicando non poco la risoluzione della crisi del debito.
Secondo gli ultimi sondaggi la coalizione che dovrebbe vincere dovrebbe essere di matrice anti-europea e contraria alla linea di austerità e rigore vigente attualmente.
Il partito socialista dovrebbe prendere un terzo dei voti ed è contrario alle linee dettate dall’Europa tutta. Anche il PVV, partito di estrema destra che promuove un’uscita dalla moneta unica, sta guadagnando molto nei sondaggi. I sondaggi indicano anche che ci sarà un probabile “testa a testa” del partito socialista con il partito liberale dell’ex-maggioranza uscente.
Il partito socialista inoltre si è opposto alla privatizzazione delle ferrovie e dell’energia e ha attaccato le banche come responsabili della crisi finanziaria: tanti elettori olandesi credono che la destra ora vada sostituita con la sinistra, ossia con il partito socialista, il quale non è stato mai al potere e tanti cittadini olandesi sono disposti a riporre in questo ultimo la loro fiducia.
In Olanda aleggiano sentimenti di euroscetticismo anche troppo evidenti dalla destra alla sinistra: un vero e proprio sentimento anti-Bruxelles che se “emergesse” dalla consultazione elettorale del 12 settembre creerebbe abbastanza “problemi” per i paesi europei che si stanno impegnando per la risoluzione della crisi del debito.
Molti olandesi sono stanchi di fare il “lavoro sporco” per la Merkel insieme alla Finlandia e c’è addirittura Wilders, leader del suddetto PPV, che ha commissionato un rapporto per dimostrare quanto al paese convenga la fuoriuscita dall’euro.