L’olfatto…al contrario degli altri sensi riceve stimoli anche contro il nostro volere..

Da Gaobi

Abbiamo esperienza del mondo attraverso i sensi:  tatto, vista, udito, gusto , olfatto, ma Kant sosteneva che l’olfatto è “il più superfluo ed ingrato di tutti i sensi”. In effetti, nei processi cognitivi le informazioni fornite dal’olfatto sono meno rilevanti di quelle che riceviamo dalla vista e dall’udito, e l’olfatto resta impenetrabile al meccanismo del linguaggio. Eppure, come mammiferi, siamo sopravvissuti nella storia evolutiva grazie a questo senso, che ci ha garantito nella ricerca del cibo, nella scelta sessuale, nella identificazione del predatore e delle sostanze tossiche.

Nel 1923 pubblicavano “L’azione delle essenze sul sistema nervoso” dimostrando con chiarezza l’influenza che gli oli essenziali esercitavano sugli stati d’animo, in particolare sull’ansia e la depressione. Dobbiamo ad un altro grande ricercatore italiano, il Prof. Paolo Rovesti, dell’Università di Milano, il proseguo di questi studi in Italia. Questi, ed altri ricercatori, hanno dimostrato come una stimolazione olfattiva produca alterazioni anche fisiologiche, come per esempio variazioni della pressione sanguigna, della tensione muscolare o dell’andamento delle onde cerebrali. L’osservazione clinica ci ha lasciato anche acute osservazioni su alcuni oli, come la seguente sul basilico “è un ottimo, forse il migliore, tonico per i nervi. Rischiara la mente, a solleva dalla fatica intellettuale, le dà forza e dà chiarezza alla vista. Esso è estremamente utile nella cura degli stati nervosi, di ansia e di depressione. Il basilico ha l’effetto di risollevare lo spirito”

La nostra percezione degli odori, avviene dopo che le molecole volatili , raggiunta la parte superiore della cavità nasale , entrano in contatto con  le fibre nervose dei neuroni olfattivi.  Le molecole odorose, attraverso la respirazione, superato l’etmoide, raggiungono i bulbi olfattivi, due agglomerati neuronali, uno per narice, situati pochi millimetri sopra l’epitelio olfattivo (e direttamente in contatto con la pozione inferiore del cervello). Questi è rivestito da uno strato mucoso secreto dalle ghiandole di Bowman.Ogni dieci minuti circa le molecole odorose vengono eliminate dai recettori, grazie a questo muco che viene secreto ininterrottamente. I composti che siamo in grado di riconoscere sono più di 10.000, ed è necessario che si dissolvano in questo strato mucoso perché diventino a noi percettibili. L’elaborazione delle informazioni è resa possibile da una fitta rete di connessioni sinaptiche tra i due bulbi olfattivi, i quali, a loro volta, contengono alcune migliaia di neuroni olfattivi , ciascuno dei quali raccoglie le informazioni provenienti da circa 25.000 recettori in complessi sferici detti glomeruli. Le varie teorie avanzate per spiegare la percezione olfattiva, non rispondono ancora a tutti i quesiti che questo sistema ci pone.  E’ difficile elencare porzioni dell’encefalo che non siano raggiunte dalle informazioni olfattive. E’ comunque accertato che ci siano collegamenti diretti con aree della corteccia celebrale che fanno parte del sistema limbico. Molti autori descrivono il sistema limbico come un “cervello olfattivo”. Esso comprende strutture corticali  (l’ippocampo, struttura importante per la formazione della memoria) e subcorticali (la  amigdala , legata alla modulazione  nelle risposte emotive, affettive e nel controllo del battito cardiaco,  e l’ipotalamo, da cui partono connessioni con la ghiandola pituitaria, e quindi con il sistema ormonale). Tutti questi centri possono essere definiti come appartenenti al paleocortex, ovvero la porzione del cervello considerata più antica, sede delle nostre risposte comportamentali ed emotive. E’ l’area in cui viene elaborata la risposta per la soddisfazione dei bisogni biologici dell’organismo, come la fame, il sonno e contemporaneamente anche la risposta alle esigenze emotive peculiari per la sopravvivenza come la territorialità ed il comportamento materno. Come si vede, nessuna “censura” da parte della corteccia celebrale, è come se l’informazione odorosa permeasse contemporanemante zone diverse del cervello. E’ come se l’olfatto seguisse vie d’informazione diverse dagli altri sensi, e solo una minima parte dell’informazione odorosa raggiungesse  il talamo, e da qui poi venisse  trasmessa alla corteccia orbito frontale, E’ a questo  punto che si rende  possibile la nostra percezione cosciente dell’odore, che sopraggiunge con ritardo rispetto alla immediata risposta emotiva ed ormonale. Noi non possiamo impedirci di respirare. Inaliamo ed espiriamo, incessantemente, informandoci di ciò che ci circonda, ed informando l’ambiente circostante di come stiamo, di cosa abbiamo mangiato, di come siano più o meno mature le nostre produzioni ormonali.
il respiro è un atto duplice, tranne che due volte nella vita, al principio ed alla fine”.Quando nasciamo inaliamo l’aria per la prima volta; quando moriamo , la esaliamo per l’ultima. Tra questi due momenti, per tutto il convulso arco della nostra vita, ogni respiro fa scorrere l’aria sui nostri organi olfattivi. Ogni giorno respiriamo circa ventitremilaquaranta volte e spostiamo circa 12,5 m3di aria. Ci vogliono circa cinque secondi per ogni respiro , due per inspirare, tre per espirare, e in questo tempo le molecole degli odori dilagano attraverso il nostro apparato olfattivo”.

Gaobi. 

A Natural History of the Senses, Diane Ackerman, 1990 (tr. it Storia naturale dei sensi, ediz. Frassinelli, 1992)