"Dopo che avevo visto i ossi di mia mamma non avevo più voglia di bandonare il paese, ma comunque qualcosa dovevo fare perché la questione con Raggio ormai era rivata alla fine: o lui o io.E adesso, intanto che scrivo questa verità, nissuno sa quanto mi sento pentito per non essere andato via dal paese subito dopo la bastonata. Se fussi andato via, a l'estero o da qualsiasi altra parte, forse non sarebbe successo quel che è successo ma, a pensarla giusta, doveva andare così perchè così aveva deciso quella troia di strega Melissa. E allora quando mi vien in mente la strega non dormo più e se non dormo penso a mio fratello Bastianin che è nelle prigioni di Udine, a lei che è nel manicomio di Pergine e a mia mamma e mio padre che sono andati sottoterra per due volte, e al mio bambino sepolto nel formaggio"
Ammetterete che non è qualcosa che si legge tutti i giorni! Di recensioni ben più belle di questa ne potete leggere un'infinità su Anobii. Quello che voglio fissare qui, a beneficio di chi passa per queste stanche pagine web oltre che, naturalmente, mio, è l'impressione di questo mondo bucolico e crudo, delineato da Corona con una maestria tutta particolare. Gli oggetti, i sapori, gli odori e i paesaggi di questo sperduto villaggio di pecorai in montagna arrivano dritti a chi legge. Sembra quasi di rivivere, anche nei momenti più cupi, momenti già vissuti. L'intero romanzo, anche solo per il costrutto narrativo con la finzione quasi manzoniana del ritrovamento di un manoscritto, è come un immenso Deja-vu.Il linguaggio di quei tempi, dopo le prime pagine in cui si fatica ad ingranare la marcia, diventa il nostro, tanto che verrebbe voglia di cucinare con mescoli e pestasali o di uscire di casa con una gerla, invece che con una borsa "a girare per il paese vuoto, che dal gran caldo pareva che tutti dormisse o che fusse morti".E, per l'ennesima volta, ecco che questa gente apparentemente dalla testa chiusa, superstiziosa, bigotta, che non ha girato il mondo, che "non ha la quinta elementare", che macella, caglia, uccide, bastona, pascola, sembra aver capito tutto e si permette, anzi, di far filosofia.
"Ah, Signore Benedetto, cosa mai ho combinato! Se potessi tornare indietro. Ma indietro non si torna, è solo 'na roba che può scancellare tutto come tornare indietro, la morte. Con la morte si torna indietro perché non si esiste più, come quando non si era nati. La morte fa tornare indietro dove si era prima di nascere, per questo che a volte vien voglia di morire prima del tempo: per tornare indietro. La vita è come venire a dare 'n'occhiata a questo mondo, capire che non piace e tornare dove si era partiti. Questa è la vita, una visita alla terra e scappar via di nuovo, per non sentir il suo brutto odore, come si scappava quando qualcuno nella contrada puliva la latrina".