La storia di una storia.
In sostanza “L’ombra del Vampiro” è contemporaneamente un backstage, un making of e uno strano mockumentary del Nosferatu di Murnau (non c’è bisogno di descrivere che cosa sia, vero?).
La pellicola del regista statunitense E. Elias Merhige (Begotten, Suspect Zero) è un coraggioso quanto complicato tentativo di ipotizzare un’eventuale cornice narrativa alla realizzazione del capolavoro espressionista tedesco.
Il caratterista Max Schreck (1879-1936), che ha dato volto e corpo all’icona di “Nosferatu, eine Symphonie des Grauens” (1922), in questa versione stile dietro le quinte non è un abile attore che recita da vampiro, bensì un vampiro che recita da attore… che recita da vampiro.
Il motivo e la finalità di questo meta-racconto è presto detto: il collo e il sangue della protagonista della pellicola (Catherine McCormack/Greta Schröder/Ellen Hutter), di cui l’anziano vampiro è, a suo modo, innamorato. Il regista Murnau, interpretato dal sempre bravissimo John Malkovichè l’artefice di questo diabolico patto, dalle derive faustiane. Per girare il suo capolavoro è disposto a offrire in pegno alla creatura della notte svariate vite umane, risultando, una volta che la trama giungerà a compimento, ben più mostruoso dello stesso vampiro.
Nel riuscito dialogo notturno con due perplessi membri della troupe, Orlok si confessa sterile, incapace di ricordare il proprio passato, e appare visibilmente confuso e spaesato. Un evidente manifesto alla senescenza e al decadimento fisico e mentale (Alzheimer, Parkinson) dell’anzianità avanzata, che difficilmente verrebbe da associare all’immortalità e alla forza sovrannaturale di un vampiro.
Il pensiero finale con cui si accomiata la pellicola è che, a volte, il vampiro più pericoloso è proprio la macchina da presa (come dice la femme fatale Greta, in apertura), quando viene utilizzata senza scrupoli, in spregio alla vita umana. Infatti ciò a cui ha assistito l’ignaro spettatore cos’è, se non uno snuff movie?
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Regia: E. Elias Merhige
Durata: 93′
Interpreti: John Malkovich, Willem Dafoe, Udo Kier, Catherine McCormack
Sceneggiatura: Steven Katz
Fotografia: Lou Bogue
Montaggio: Chris Wyatt
Scenografia: Assheton Gorton
Costumi: Caroline De Vivaise
Colonna Sonora: Dan Jones