Stephen King la fine del mondo se l'era immaginata già nel 1978. L'apocalisse che piomba sulla terra sotto forma di un morbo dal tasso di infettività elevatissimo e di mortalità prossima al cento per cento.L'ombra dello scorpione è un romanzo apocalittico, pubblicato appunto nel 1978, uno delle opere più famose e vendute del Re del brivido.Un laboratorio militare negli Stati Uniti, l'errore di un computer e il virus che gli scienziati stanno studiando riesce ad uscire dall'area protetta mietendo vittime su vittime. Solo l'1% della popolazione mondiale sopravviverà, ma una nuova grande guerra attende gli ultimi rimasti. L'eterna lotta tra il Bene e il Male, tra chi sceglierà di unirsi a Mother Abigail, l'anziana veggente, e chi si schiererà dalla parte di Randall Flagg, l'uomo senza volto, il Male.Un romanzo con più di mille pagine, che scorrono sotto gli occhi del lettore. Stephen King si sofferma molto su una prima parte incentrata totalmente sulla diffusione del virus soprannominato "Captain Trips", facendoci conoscere i primi personaggi chiave del cerchio narrativo. Una sezione della narrazione minuziosa, ma forse eccessivamente protratta, in particolar modo nell'edizione integrale pubblicata negli ultimi anni, che potrà scoraggiare i lettori occasionali. La seconda parte è invece caratterizzata dall'intreccio delle storie dei sopravvissuti, dal loro interagire, dalla loro ricerca di quelle due figure che appaiono nei sogni: l'anziana donna di colore e l'uomo in nero. Sono proprio questi i personaggi chiave di tutto l'intreccio, ed è il sogno quel ponte che unisce realtà e sovrannaturale, portando il lettore in una nuova dimensione.I due, poli positivo e negativo dell'umanità, sono perfetta trasposizione di quel naturalismo che King usa per introdurre la maggior parte dei suoi romanzi, prima di accostarci elementi sovrannaturali. Mother Abigail e Randall Flag, il Bene e il Male, rappresentano infatti quella lotta interiore propria dell'esistenza di ogni singolo individuo. Uno l'uomo in nero, Satana, l'altra rappresentata come una sorta di profeta guidata da Dio. Una contrapposizione tra liberio aribitrio e determinismo, tra la coscienza di poter scegliere la via giusta e l'orrore di una visione deterministica, dove tutto è già scritto, compresa la strada che dovranno intraprendere i protagonisti.Personaggi che sono sviluppati in modo approfondito, con un perfetto quadro della loro psicologia e delle loro esperienze passate, un'introspezione profonda e perfettamente riuscita. Alcuni letteralmente incancellabili, descritti a tutto tondo e destinati a rimanere nella mente del lettore a lungo. L'unico neo di questa precisa caratterizzazione dei protagonisti è forse a quello di togliere eccessivo spazio alla trama e, in particolar modo, alla battaglia finale, apparsa per certi versi scontata e forse troppo frettolosa.Nonostante alcuni difetti che si sono fatti notare, L'ombra dello scorpione rappresenta nel suo insieme un ottimo romanzo. Avvincente nonostante sia probabilmente troppo protratto, colmo di descrizioni prolisse ma ben scritte, che permettono al lettore di calarsi al meglio nel mondo post-apocalittico kinghiano e di immedesimarsi nei personaggi e negli eventi narrati. Quel tocco di sovrannaturale tipico di King rende poi la narrazione affascinante come è solito nei suoi romanzi.E se il mondo dovesse finire oggi e nel modo descritto da Stephen King con chi vi schierereste?Viaggereste verso il Nebraska alla ricerca di Mother Abigail, cercando di ricreare con gli altri sopravvissuti una società democratica, o seguireste i sogni che vi conducono a Las Vegas, da Randall Flagg, in una comunità di ex delinquenti e piromani sotto la tirannia dell'uomo in nero?
L'ombra dello scorpione, la fine del mondo secondo Stephen King
Creato il 21 dicembre 2012 da Uskebasi @UskebasiblogStephen King la fine del mondo se l'era immaginata già nel 1978. L'apocalisse che piomba sulla terra sotto forma di un morbo dal tasso di infettività elevatissimo e di mortalità prossima al cento per cento.L'ombra dello scorpione è un romanzo apocalittico, pubblicato appunto nel 1978, uno delle opere più famose e vendute del Re del brivido.Un laboratorio militare negli Stati Uniti, l'errore di un computer e il virus che gli scienziati stanno studiando riesce ad uscire dall'area protetta mietendo vittime su vittime. Solo l'1% della popolazione mondiale sopravviverà, ma una nuova grande guerra attende gli ultimi rimasti. L'eterna lotta tra il Bene e il Male, tra chi sceglierà di unirsi a Mother Abigail, l'anziana veggente, e chi si schiererà dalla parte di Randall Flagg, l'uomo senza volto, il Male.Un romanzo con più di mille pagine, che scorrono sotto gli occhi del lettore. Stephen King si sofferma molto su una prima parte incentrata totalmente sulla diffusione del virus soprannominato "Captain Trips", facendoci conoscere i primi personaggi chiave del cerchio narrativo. Una sezione della narrazione minuziosa, ma forse eccessivamente protratta, in particolar modo nell'edizione integrale pubblicata negli ultimi anni, che potrà scoraggiare i lettori occasionali. La seconda parte è invece caratterizzata dall'intreccio delle storie dei sopravvissuti, dal loro interagire, dalla loro ricerca di quelle due figure che appaiono nei sogni: l'anziana donna di colore e l'uomo in nero. Sono proprio questi i personaggi chiave di tutto l'intreccio, ed è il sogno quel ponte che unisce realtà e sovrannaturale, portando il lettore in una nuova dimensione.I due, poli positivo e negativo dell'umanità, sono perfetta trasposizione di quel naturalismo che King usa per introdurre la maggior parte dei suoi romanzi, prima di accostarci elementi sovrannaturali. Mother Abigail e Randall Flag, il Bene e il Male, rappresentano infatti quella lotta interiore propria dell'esistenza di ogni singolo individuo. Uno l'uomo in nero, Satana, l'altra rappresentata come una sorta di profeta guidata da Dio. Una contrapposizione tra liberio aribitrio e determinismo, tra la coscienza di poter scegliere la via giusta e l'orrore di una visione deterministica, dove tutto è già scritto, compresa la strada che dovranno intraprendere i protagonisti.Personaggi che sono sviluppati in modo approfondito, con un perfetto quadro della loro psicologia e delle loro esperienze passate, un'introspezione profonda e perfettamente riuscita. Alcuni letteralmente incancellabili, descritti a tutto tondo e destinati a rimanere nella mente del lettore a lungo. L'unico neo di questa precisa caratterizzazione dei protagonisti è forse a quello di togliere eccessivo spazio alla trama e, in particolar modo, alla battaglia finale, apparsa per certi versi scontata e forse troppo frettolosa.Nonostante alcuni difetti che si sono fatti notare, L'ombra dello scorpione rappresenta nel suo insieme un ottimo romanzo. Avvincente nonostante sia probabilmente troppo protratto, colmo di descrizioni prolisse ma ben scritte, che permettono al lettore di calarsi al meglio nel mondo post-apocalittico kinghiano e di immedesimarsi nei personaggi e negli eventi narrati. Quel tocco di sovrannaturale tipico di King rende poi la narrazione affascinante come è solito nei suoi romanzi.E se il mondo dovesse finire oggi e nel modo descritto da Stephen King con chi vi schierereste?Viaggereste verso il Nebraska alla ricerca di Mother Abigail, cercando di ricreare con gli altri sopravvissuti una società democratica, o seguireste i sogni che vi conducono a Las Vegas, da Randall Flagg, in una comunità di ex delinquenti e piromani sotto la tirannia dell'uomo in nero?
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