Secondo post: Peter (il) Pan
Il film disneyano su Peter Pan inizia come la drammaturgia: Peter Pan va' nella casa dei Darling per riprendersi la sua ombra.Poi che nel testo teatrale ci siano diverse cose in più è un altro fatto.Quando pensiamo ai film disneyani spesso si pensa solo a carinerie, cuccioli pucciosi eppure c'è un lato quasi terribile in alcuni dei suoi film basti pensare a Biancaneve quando si addentra nel bosco dopo che il cacciatore ha cercato di ucciderla.Di solito quando si vuole presentare il protagonista è una regola non mostrarlo tutto.Bisogna far crescere l'attesa.
Devo dire che questo sorriso/ghigno mi intrigava sin da piccola.Lo percepivo come qualcosa di non completamente umano e infatti Peter Pan ha abbandonato la sua "umanità".In queste due immagini riconosco, adesso che sono cresciuta, il demone Peter Pan.Anzi mi sembra tanto un trickster da quel sorriso.Cos'è un trickster? E' una creatura (può essere uno spirito, un dio, un animale ecc...) che ha la caratteristica di essere scaltro, di essere ingannevole e di scombinare le vite. E' una creatura imprevedibile, ambigua e considerata anche più vicina al sacro.Anche Hermes (che già l'avevo collegato a Peter Pan qui) può essere definito un trickster così come Puck, il folletto servitore di Oberon ne "Sogno di una notte di mezz'estate"
di Arthur Rackham
Peter Pan perdendo la sua "umanità", ha reso labile il contatto con l'ombra.Noi come esseri umani sappiamo che c'è l'ombra ad accompagnarci, ma per Peter Pan è qualcosa di vivo appena ne perde il controllo.
Peter Pan è un'ombra, ma della sua ombra non ne può fare a meno.E' il "ricordo" della sua umanità anzi in quell'ombra l'autore può averci collegato la morte del fratello maggiore, il figlio preferito della madre e Barrie stesso ne ha preso le sembianze (ne avevo già parlato qui verso la fine).C'è anche da dire che il comportamento di Peter Pan può sembrare contraddittorio. Appena sente, a pochi giorni di vita, che cosa hanno deciso per lui i suoi genitori decide di abbandonare la culla. Trascorre del tempo nei giardini di Kensington allevato dalle fate. Poi ritorna nella casa dei suoi genitori e vede che intanto è nato un nuovo bambino e i suoi genitori non pensano più a lui.E' come se desiderasse che lo aspettassero per sempre.E invece quel bambino ha preso il suo posto.
Dalla prefazione di Carla Muschio ne Peter Pan nei giardini di Kensington ed. Grande Fiabesca con le illustrazioni di Arthur Rackham
Le donne di Peter Pan
(...)Cominciamo dalla madre. La madre di Peter Pan è una "madre buona", che lo ama quando c'è e lo piange quando lo perde. Dopo che è volato via lo aspetta lasciando la finestra aperta. Peter nel suo ritorno a casa vede tutto questo, gioisce e si rassicura constatando di non aver perduto con il suo comportamento l'affetto materno ma, invece di restare con lei diventando un bambino vero, sceglie di volarsene via ancora per un po'. Vorrebbe essere atteso e amato eternamente, senza peraltro concedersi mai. La madre, invece, concluso il lutto per Peter Pan volato via, giustamente partorisce un altro bambino e chiude la finestra. E' la legge della vita e solo Peter non la capisce, perché ha il cervello di un neonato. E' tragico e patetico che Peter si senta trattato male e abbandonato quando è stato lui a trattare male e abbandonare.Purtroppo nella sua immaturità affettiva Peter non sa far di meglio: volendo solo ricevere senza mai dare, finisce per restare sempre solo.(esaminando la situazione con Mamie)C'è qualcosa di patetico e senile nel comportamento di Peter. Ha meno di una settimana di vita ed è un miracolo che si regga in piedi, eppure, essendo già vissuto molto a lungo, è totalmente deluso dalle femmine e dalla vita. A differenza del saggio Salomone, che è "un anziano ancora giovane", Peter , pur con tutto il suo fervore di attività, è irrimediabilmente vecchio dentro.E' forte nel lettore (e soprattutto nella lettrice) il desiderio di stigmatizzare l'immaturità affettiva di Peter. Non va però dimenticato che si tratta di un personaggio letterario, non di un uomo vero, e per di più un neonato, che ha bisogno di aiuto per imparare ad amare. Essendo volato via così giovane da casa Peter non riceve questo aiuto, proprio come il povero Barrie, che crescendo con una madre depressa deve essersi trovato nella stessa difficoltà.
Una cosa che ho notato guardando il film disneyano è la presenza delle ombre.
In diversi film disneyani c'è la presenza dell'ombra (fateci caso), ma qui può assumere un diverso significato.Che cosa rappresenta l'Ombra?
L'Ombra è ciò che si avvicina di più all'Incubo.Nella mitologia romana l'Incubo è un demone maschile che giace sopra ai dormienti (soprattutto quelli femminili).
di Johann Heinrich Fussli, 1790-'91
di Johann Heinrich Fussli, 1781
Sappiamo bene quanto l'Incubo sia temuto così come l'Ombra.Rappresenta ciò che non vogliamo vedere, ciò che ci dà fastidio. La immaginiamo putrida e fatiscente, disgustosa nel vedere. Ci percuote nell'animo e piuttosto si preferisce non vederla.Eppure sia l'Ombra che l'Incubo hanno la sua utilità. Ci costringono a guardare.L'Incubo è come un rapimento e l'Ombra visualizzata da sola è come una presenza onirica al suo massimo potenziale.All'Ombra non importa essere politicamente corretta.L'Ombra rappresenta il nostro negativo eppure con questa parola non intendo dare un giudizio. E' un po' come con le fotografie: ci sono i negativi e le diapositive. Entrambi sono importanti.Aver paura della propria Ombra è come aver paura della nostra essenza.
L'Ombra assomiglia all'Anima: non è fatta per essere "comoda" così come l'Incubo può essere rivelatorio e quello che all'apparenza può essere mostruoso come un orco alla fine diventa un compagno di vita.
da Nel Paese dei Mostri Selvaggi di Maurice Sendak, 1963
Anche quando si lascia quel "luogo".