L'ONESTA' DEL MOLOCH (ovvero) Della beata nientitudine -20-

Da Nivangiosiovara @NivangioSiovara
fisiologiche soluzioni.soluzioni plastiche.Plastiche facciali
Devo aggiungere un fatto nuovo che non risulterà certo poco interessante (un vero colpo di scena) alla vostra scrupolosa attenzione: pochi giorni fa - o forse stamattina, o forse un anno fa, importa? - mi pare proprio d'aver visto danzare davanti a me una mano ed un avambraccio, si tendevano in avanti, come per cercare di brandire un qualche oggetto che non potevo scorgere. C'ha provato più e più volte, ma non riusciva ad acchiappare niente e così se ne ri-spariva dal mio campo visivo, tornando ogni volta nel buio dal quale veniva. Non so per certo a chi appartenessero quella mano e quell'avambraccio - propendo per l'ipotesi che fossero della stessa persona - e vi confesso di avere anche pensato per un istante che potessero essere roba mia (a tal proposito devo ricordarmi di farmi segnare, da qualche parte, di farmi fare un bel tatuaggio su una qualche parte visibile del mio corpo, nella prossima vita, a scanso d'equivoci). Il dubbio sulla proprietà di quell'arto sta nel fatto che, lo ammetto, non so riconoscere la mia mano e men che meno il mio avambraccio. Voglio dire... una volta una signora mi disse che ho - o avevo - delle belle mani. Ne presi atto, benché, sia detto, io non mi sia mai formato un'estetica delle mani - non ho mai avuto opinioni mie a riguardo. E delle altre persone non le ho mai osservate con la minima attenzione. A meno che non fossero gigantesche o minuscole o esageratamente pelose, o minacciose nei miei confronti, le persone potevano anche non avere le mani, per quanto potessi saperne io. Partivo sempre dal presupposto che la persona che mi trovavo davanti avesse le mani, punto. Poi se non ne aveva cosa cambiava, per me? Me l'avrebbero fatto sapere, nel caso, o avrebbero glissato, o al momento di presentarci avremmo vissuto quel solito simpatico momento d'imbarazzo... Comunque... tornando a noi... e a questa mano ed avambraccio orfani nel buio... rimango incerto. No, non posso essere sicuro che quelle membra fossero mie - oppure sì, parte dell'unico braccio che mi sia rimasto, oppure ce l'ho entrambi e l'altro non si muove... Poi: che oggetto cercavo di prendere? Mi ricordo che da molto piccolo, quando stavo per addormentarmi, con gli occhi chiusi mi appariva in quel buio ridondante, l'immagine vaga di un oggetto. Cercavo, in quell'oscurità, d'impugnarlo per poterlo esaminare (da piccolo, sicuro, avevo entrambe le mani). Era più di una voglia, era un istinto, una necessità, una fame. Sentivo quanto sarebbe stato importante averlo fra le mani senza realmente sapere cosa fosse. Finalmente, dopo molti anni di tentativi, riuscii ad impugnarlo, ed una volta lì, nella generale incredulità mia e delle mie mani, potei esaminarlo. Alla fine potevo scoprire cosa fosse, a cosa mi servisse. Sentivo che si sarebbe chiuso un capitolo, che avrei dato un senso a quel periodo della mia vita e, felice ed appagato, mi addormentai. Il giorno dopo, al risveglio, non ricordai più ciò che avevo appreso da quella analisi e mai più quell'oggetto m'apparve nel buio delle palpebre abbassate, benché mi sforzassi di evocarlo. Che peccato. Forse sarà così anche con questa mano che ho visto di sfuggita. Un bel giorno capirò di chi è, cosa cerca e perché, e poi il giorno dopo me lo dimenticherò completamente. Bella roba.