L'ONESTA' DEL MOLOCH (ovvero) Della beata nientitudine -XX- 2a pt.
Da Nivangiosiovara
@NivangioSiovara
Ah, poi, per restare in argomento. Nell'argomento Cose viste e dimenticate, E poi talvolta ri-ricordate. Vi è mai capitato di sentire una parola, di vedere un oggetto o una persona che vi ricordi qualcosa che avete sognato la notte prima, o anche molte notti fa? Beh, a me molto spesso, ma non è questo ciò di cui vi voglio raccontare. Un giorno, osservando una candela rossa che stava sul candelabro in camera dei miei, che adesso è camera di nessuno, perché loro non ci sono, sono ricoverati, sono andati di testa - chissà perché ci stava, quella candela, non l'accesero mai e - . Mi tornò in mente che avevo visto un fantasma. Sissignore. Non un fantasma qualsiasi, era un fantasma dal volto noto. Era Imix, lucente nella sua tonaca immacolata che procedeva verso di me, silenzioso, con un movimento uniforme, come se scivolasse su delle rotelle - non ho potuto verificare se avesse ai piedi veramente delle rotelle: la tunica era troppo lunga, però posso ipotizzare che se ci fossero state, almeno un lembo di stoffa ci sarebbe finito sotto ingrippando tutto il sistemino e facendo crollare a terra la povera larva, quindi propendo per l'ipotesi che non ci fosse alcuna rotella ed il suo movimento fosse, come del resto tutta l'apparizione in sé (io credo) del tutto soprannaturale - comunque, dicevo, questo spettro veniva verso di me sforzandosi di dirmi qualcosa. Teneva teso di fronte a sé un cero che colava sangue [ma non viene dalla luce, costui? ha bisogno della fiamma? (ecco perché proprio la candela aveva riesumato l'immagine)]. Insomma, arriva, mi guarda - o almeno ci prova, ha gli occhi rigirati all'indietro - apre la bocca con immenso sforzo, come se stesse sollevando con il labbro superiore incartapecorito un peso di due quintali, ecco, insomma apre la bocca e dopo un borbottio infernale mi giungono alle orecchie le seguenti parole: La vita è bella. Poi torna indietro, senza aggiungere altro, senza girarsi, come andasse in retromarcia, e senza chiudere la bocca, senza far troppa attenzione a non andare a sbattere, così, in silenzio. La cosa mi terrorizzò a tal punto che temetti seriamente d'impazzire. In un decimo di secondo però pensai a questo - che mi salvò: - se impazzisco non posso fare (...) - questo omissis è legato al fatto che non ricordo più cosa dovessi fare, ma non cambia il concetto: erano cose che non mi sarei potuto permettere di fare se fossi impazzito - quindi, in qualche modo, il mio cervello, ligio al dovere, annullò decisamente la memoria recentissima della visione spettrale, ma in modo non definitivo, come si è visto. Sì, insomma, comunque, lì per lì il sistema funzionò, anche poi nel momento in cui quell'immagine riemerse non mi procurò più alcun danno. Non impazzii, per lo meno. Almeno credo. Di certo non allora. E neanche adesso sono pazzo, quindi al limite sarò stato pazzo tempo fa, ed ora neanche lo ricordo più. Ecco...
bisogna avere un sacco di tempo libero per poter impazzire così. All'improvviso.