Il lavoro di Montelli sta trovando all'estero importanti segni di riconoscimento e anche una buona risposta di mercato. Si tratta di un fenomeno di nicchia estrema, ma proprio per questo riesce ad intercettare tendenze autoriali di notevole interesse. Ovviamente Montelli non riesce a campare di questo, fa lo psicologo per contribuire a sostenere se stesso e la sua famiglia, che sta anche crescendo. Ciò nonostante, con una politica attenta e rigorosa, sta facendo funzionare un circuito virtuoso che un titolo dopo l'altro riesce a produrre cultura senza condizionamenti e finanziamenti esterni. Un'autentica mosca bianca in questo disgraziato paese fatto di relazioni e favori.
La parola chiave Milo la tira fuori subito: onestà. Intellettuale prima di tutto. Onestà nel riconoscere i limiti delle sue iniziali prove autoriali e di decidere quindi di spostare l'attenzione dal prendere fotografie al lavorare con quelle degli altri. Onestà poi nello scegliere gli autori da pubblicare seguendo l'empatia, anche personale, che riesce a incontrare nel loro lavoro e non l'interesse economico o lo sfruttamento della fiera delle vanità, grande mercato in espansione oggi più che mai, ben zeppo di profittatori agguerriti. Onestà infine nel mantenere una posizione orientata dal suo pensiero, ma non esclusiva, sempre pronto a rivedere e imparare da chi gli sta intorno.
Devo dire che sono emerso dalla serata con un sentimento di fiducia che non provavo più da tempo. Se ci sono ancora giovani disposti a mettersi in gioco per quello in cui credono, non tutto è perduto. Vanno sostenuti, ognuno per quel che può, senza rimandare ad un domani. L'indifferenza potrebbe difatti sterminarli già oggi stesso. Nel mio piccolo, tre libri li ho comperati volentieri e magari, man mano, ne parlerò anche qui.