Magazine Cinema

L’ora nera, se gli alieni sono energia pura

Creato il 25 gennaio 2012 da Soloparolesparse

L’idea di base de L’ora nera non è malaccio, quantomeno è nuova.
Gli alieni sono delle sfere di energia pura, praticamente invisibili a meno che non si trovino in zone a forte concentrazione elettrica.
Solo che Chris Gorak non riesce a tirar fuori qualcosa che funzioni per tutto il tempo, col materiale che aveva a disposizione poteva fare senz’altro meglio.

L’ora nera, se gli alieni sono energia pura

Due ragazzi americani e due ragazze si trovano a Mosca per motivi diversi quando dal cielo si presentano delle affascinanti palle di energia che però iniziano ad inghiottire tutto ciò che di vivente gli si pari davanti.
I quattro si nascondono per qualche giorno e quando tornano all’aperto è rimasto ben poco del mondo che conoscevano.
Mosca è rasa al suolo, gli alieni energetici ciucciano rame e quant’altro, la popolazione è sterminata e nel resto del mondo la situazione è uguale.

L’unica salvezza (ma per andare dove?) è un sottomarino nucleare schermato, ma per raggiungerlo i quattro dovranno attraversare la città ed incontare amici e nemici, scoprendo pian piano i punti deboli di questi ultimi.

L’ora nera, se gli alieni sono energia pura

Come detto, l’idea di partenza è buona.
A memoria non ricordo alieni fatti di energia, solo che Gorak per arrivare al punto butta via tutto quello che precede con facilità ed eccessiva fretta.
La prima parte del film è bruttina, arraffata, con un montaggio davvero brutale e raccontata davvero di corsa.
L’esempio preciso è il modo in cui scorrono i giorni nel primo rifugio.

Poi L’ora nera migliora, ci si prende un po’ di tempo per scoprire cosa sono questi alieni, come fare a vederli, come fare a sconfiggerli…

Il totale però è insufficiente, gli effetti speciali sono bruttini e alcuni dialoghi davvero improponibili.

I quattro protagonisti (Emile Hirsch, Olivia Thirlby, Max Minghella e Rachael Taylor) non lasciano il segno ma non sfigurano.


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :