L’orco della Piccola Città di C.

Creato il 23 giugno 2011 da Elenatorresani

Jill Greenberg

Questa sera non ho voglia di scrivere molto: vorrei solo farvi ascoltare una canzone. Mi rivolgo soprattutto agli abitanti della Piccola Città di C. che hanno realizzato, come me, di avere come primo cittadino un orco.

Jill Greenberg

Ma non uno di quelli che con rutti, principesse rapite e buoni sentimenti ti strappano la simpatia, come Shrek. Un orco vero, di quelli che ai bambini non piacciono per niente.
Pare infatti (sebbene le voci non siano confermate) che ieri il sindaco della Piccola Città di C. abbia chiamato i vigili urbani per far cacciare dei bambini che stavano giocando al parco, accompagnati dalle loro mamme: pare che, con il loro scorazzare, mettessero sotto stress il verde pubblico.
Io lo capisco il mio sindaco: sapesse quanto mettono sotto stress i miei pisolini estivi, quei monelli che giocano nel cortile! I bambini son delinquenti, capaci di farne più del diavolo.

Hugh Kretschmer

Insomma, al mio sindaco non gli basta lasciare che costruiscano un inceneritore che aggraverà la salute pubblica di tutte le generazioni a venire; non gli basta nemmeno tagliare i fondi per l’asilo comunale (preventivando contestualmente l’acquisto di manganelli per i vigili urbani): un orco che si rispetti deve fare di più. Lui, che è un ragazzo piuttosto ambizioso, si applica per diventare un orco coi controfiocchi, e si migliora in continuazione. Proprio una brava personcina.

Jill Greenberg

Questa canzone la dedico a lui, e a tutti coloro che l’intransigenza e l’intolleranza la servono a tavola.
A tutti quelli che hanno bisogno di un demone tascabile per sopportare il loro vuoto.
A tutte quelle vite represse incorniciate d’onore.
Ai seguaci e ai sostenitori di tutto il mondo, quelli talmente obbedienti e osservanti da non saper più nemmeno distinguere da soli il bene dal male.

“C’è sangue dentro il video,
Lampeggianti, è un fatto serio.
Gente tranquilla dicono
Riversa dentro un rosso fradicio.

Cronaca incomprensibile
Di lame e di follia inspiegabile.
Buona famiglia giurano
Travolti da una notte che non vuole finire.

Quanta obbedienza, quanta osservanza,
Quella misura che si deve ottenere
Tra le pareti che ingoiano violenza
Così invisibile che non vuoi sapere.

L’intransigenza, l’intolleranza,
Servite a tavola son pugni sul cuore
Di chi ti ascolta e poi soffoca in silenzio
Vite represse incorniciate d’onore.

A porte chiuse l’incubo
Domestico imprevisto è gelido.
Gente tranquilla giurano
Gente che chiedeva dove andremo a finire.

E ogni certezza è brivido
Che massacra la tua quiete attorno al televisore.

Quanta obbedienza, quanta osservanza,
L’educazione che si deve ottenere
Tra le pareti che ingoiano violenza
Così invisibile che non vuoi sapere.

L’intransigenza, l’intolleranza,
Servite a tavola son pugni sul cuore
Di chi ti ascolta e poi soffoca in silenzio
Vite represse incorniciate d’onore.
Un demone tascabile un’ombra clandestina un crimine
La colpa indispensabile per sopportare un incubo che non vuole finire.
Un demone tascabile un’ombra clandestina un crimine
La colpa indispensabile per sopportare un vuoto che non vuole finire.

Arabo: Io sono il vostro alibi la belva silenziosa il tuo capro espiatorio l’uomo nero l’incubo la paura che ti porti dentro la notte che non passa mai”


Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :