Mentre cominciavano a camminare, si piegò verso di lei, sfiorandole i capelli con le labbra. “Hai il sui odore addosso”.
Eloise nascose l’imbarazzo con uno sbuffo poco elegante. “Vorrei ben vedere, visto che si è tanto impegnato a lasciarmelo, sapendo che sarei stata con te. Prima o poi mi stancherò di queste sciocchezze, vi avverto”.
"Cose da uomini, ragazzina umana".
"Cose da idioti" precisò lei. "Umani o meno".
“L’Ordine della Croce” è il terzo e ultimo volume della saga fantasy “Black Friars” della divina Virginia De Winter. Le sue atmosfere gotiche, dal sapore medievale e d’altri tempi, si sposano con una storia intrigata, complessa, ma perfettamente coerente, per regalare ai fan un finale mozzafiato, perfetto nella sua grandiosità, con uno spirito che non mi sarei mai sognata. Ho girato l’ultima pagina incredula perché non pensavo di essere arrivata alla fine, con gli occhi sognanti e la voglia di saperne di più. Insomma una serie fantastica, che amo, ormai, alla follia. #TeamAxelForeverandEver
Eloise Weiss è alle prese con il misterioso ritrovamento di uno scheletro di un giovane ragazzo, la cui identità è ignota, e questa volta non potrà ricorrere ai suoi poteri di evocatrice ma solo alle sue conoscenze mediche. Dalle indagini emerge a poco a poco un’oscura e inquietante verità: le ossa rinvenute sono solo il coperchio di un vaso di Pandora che sigilla i segreti più oscuri della Vecchia Capitale; segreti di personaggi potenti disposti a tutto pur di mantenerli tali. In Aldenor intanto il re Fabian Vambenberg è gravemente ferito, e il suo erede Axel, fidanzato di Eloise, è costretto a tornare lasciando sola Eloise in questa che si preannuncia come la missione più rischiosa della sua vita. Un mistero irrisolto, una città dai mille segreti, l’ultimo viaggio nel mondo di Black Friars.
Come fai a dire addio a dei personaggi che hai amato? Come fai a congedarti da una saga che ti ha tolto il sonno e la ragione? Come trovi le parole per esprimere la tua gratitudine e la tua voglia di ricominciare da capo? Come scrivi una recensione per una storia che vorresti non aver letto per la voglia di rileggerla? Io non ne sono capace e probabilmente questa sarà una recensione totalmente sconclusionata. Anzi non mi sento neanche di arrogarmi il diritto di chiamarla recensione.
Ho chiuso il libro con la consapevolezza che questo era l’ultimo volume, con quel misto di gioia, malinconia e tristezza che mi accompagna sempre quando finisco una serie. E sono ancora scossa, perché si Virginia non mi ha deluso, anzi obiettivamente credo che questo sia stato il suo libro più riuscito (anche se soggettivamente il mio preferito rimarrà L’Ordine della Chiave, per ovvi motivi), e il finale è in linea con la trama dell’intera serie, ma l’ho finito capite? Non avrò modo di tornare a camminare per le strade della Vecchia Capitale per la prima volta, sarà un ritorno e non un arrivo, e questo, di per sé, è un colpo al cuore. Ma sono molto felice di aver finalmente messo mano a questa serie, e di certo questo entra nel mio top dei finali di serie.
C’è sempre la multifocalizzazione, tanto cara alla De Winter, che si divide tra la magnifica Lady Eloise, che non perde occasione di rimproverare il tanto amato Princeps Vandemberg, ma pure acquista una nuova sicurezza. Il suo ruolo, anche se apparentemente secondario, risulta di fondamentale importanza, e di certo è un sostegno per ogni personaggio. La sua natura, infida eppure speciale, le fornisce gli strumenti per aiutare le persone che ama. La sfrontatezza e impulsività che la caratterizza rendono sempre piacevoli sia i suoi battibecchi, i suoi occhi al cielo e le sue gaffe. Eloise ha il suo futuro già segnato, ma riesce comunque a realizzare i suoi sogni, nonostante la sua paura. Axel resta sempre lo splendente principe, cavaliere, stratega, leader che ho iniziato ad amare dalla seconda metà de “L’Ordine della Spada”. Fiero e previdente, è il sogno di qualsiasi dama. Forte e intrepido, dai capelli dorati e gli occhi azzurri, il cipiglio del perfetto comandante e il sferzante uomo dello Studium che tutti ammirano, tutti vogliono aiutare, tutti amano. Ma lui ha solo occhi per Eloise, ma allo stesso tempo sa cosa è giusto e cosa vuole. Axel è tutto ciò di positivo esista, la mente e la spada, la chiave e la corona. Insomma lo adoro.
Bryce Vandemberg emerge con il suo candore, le sue serre, i suoi modi raffinati e splendenti, quella sua propensione alle buone maniere e al raziocinio, la fermezza e la solitudine di un dolore che culla da solo, nel buio della sua camera, con al fianco l’adorato Morton. Ross Granville, nel suo irraggiungibile ruolo di Tribuno degli Studenti, il migliore amico del mio adorato Axel, è di una fermezza e di una generosità unico, Gil Morgan, con la sua aria da malandrino e le sue continue richieste di matrimonio alla sfortunatissima Lara Degret che non lo calcola minimamente. L’integerrimo e scienziatissimo Stephan, che non perde occasione per mettere in mostra le sue incredibili capacità di ingegnere e medico. Coppellius che io ho adorato dal primo momento in cui è comparso. Jordan Vandemberg che mi è sempre passato sottogamba, in questo volume conclusivo acquista un valore impareggiabile, con la sua compassata calma, la sua volontà di non essere da meno ai fratelli maggiori, la sua riservatezza estrema nei confronti dei suoi sentimenti, lo rendono davvero meraviglioso. Come dimenticare Julian Lord e le scelte difficili che deve affrontare?
Naturalmente l’altra faccia della medaglia è rappresentata da Sophia, che non smette di essere la solita ragazzina piagnucolosa, anche quando abbraccia la sua natura e il suo compito. L’ultima dei Blackmore, la principessa trovatella di Altieres, continua ad essere insicura e pasticciona, incapace di muoversi senza far danni. Certo essere cresciuta ad Aldenor la rende estranea a tutti i costumi della sua terra e più propensa a sbagliare, ma d’altronde Sophia è cresciuta con Julian e Jordan, a smuovere la terra in modi che non avrebbe mai immaginato. Eppure non si tira indietro di fronte al pericolo, eppure non si perde di fronte alla consapevolezza che è lei l’unica che può salvare tutti. Con lei c’è tutta la schiera dei Sinclair, un gruppo di scatenati e fedeli alleati in ogni situazione, che non esita a difenderla e a spronarla. Ma soprattutto c’è Gabriel, Gabriel il ragazzo maleducato e sfrontato, quello da odiare ad ogni costo. Ma come fai ad odiare un personaggio del genere? Fedele, appassionato, disposto a qualunque sacrificio per salvare e proteggere ciò che ama, è un guerriero, appassionato e irriducibile, che non si ferma di fronte a nulla, che si getta nel pericolo, nel fuoco, nella nebbia senza nessun segno di cedimento, senza mai perdere di arroganza. Il primo cavaliere, colui che ha messo tutto ai piedi della donna che ama.
E non posso non citare Ashton Blackmore, irraggiungibile, perfetto, bellissimo, ma nonostante la sua natura ancora capace di intrattenere rapporti duraturi con le persone che ama. Quegli umani che ha giurato di proteggere a costo della sua esistenza. Meraviglioso, come pure Adrian e Cain Blackmore.
Lo stile della De Winter, molto snellito dal primo volume pubblicato, è sempre impareggiabile, l’accuratezza degli intrecci e degli incastri è mirabile. Nulla è lasciato al caso e tutte le porte aperte vengono socchiuse, perché uno spiraglio è ancora aperto sui confini della Vecchia Capitale. Il worldbuilding è eccezionale e non perde di particolari, anzi, altri ne vengono aggiunti e di certo quelle atmosfere mirabili sono irrinunciabili. L’amore regna, così come la giustizia. Il male se non debellato, almeno punito.
L’ambientazione è sempre quella della Vecchia Capitale, dalla Cittadella all’Ospedale della Misericordia, dal Borgo di Altieres a quello di Aldenor, con il Presidio pronto a sfociare in tutto il suo temibile terrore. Le spade sguainate, le nebbie che circondano la città, quei sapori antichi ma incommensurabili, quel senso di tragicità sconvolgente eppure perfettamente in linea con la grandezza della storia. Tutto contribuisce a rendere magico, indimenticabile il contorno di un impero che quasi si personifica e vive di vita propria.
Il particolare da non dimenticare? Una spada…
Un terzo volume straordinario, che mette un punto ad una saga potente e impareggiabile, ma lascia una porta aperta sul futuro, senza perdere di coerenza e lucidità. Personaggi perfettamente caratterizzati, si uniscono alla romance più pura e all’azione più adrenalinica, per regalare al lettore un’esperienza di lettura veramente completa. Non ho parole per descrivere la gioia e allo stesso tempo il dispiacere per aver letto una saga così meravigliosa. Non lasciatevela scappare. Leggere la De Winter è un’esperienza sconvolgente.
Buona lettura guys!
La Serie “Black Friars”:
- L’Ordine della Chiave (Black Friars #0.5) consigliabile leggerlo dopo aver letto il primo volume
- L’Ordine della Spada (Black Friars #1)