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L'Ordine della Spada (Black Friars #1) di Virginia De Winter

Creato il 07 novembre 2014 da Anncleire @anncleire

 L'Ordine della Spada (Black Friars #1) di Virginia De Winter

Lei lo guardò. «Idiota», sbottò. «Smettila di prenderti gioco di me».

Lui stava ancora ridendo quando si sporse in avanti e le passò un braccio intorno alla vita, con delicatezza. «Non mi prendo gioco di te», rispose. «Non rinuncerò più nemmeno a un istante delle nostre vite dal momento che tu hai ricominciato a guardarmi in quel modo». La sua voce si indurì appena e l’eco delle sue ultime parole le parve un impegno e una sfida.

«In quale modo?».

 

“L’Ordine della Spada” l’ho iniziato a leggere in compagnia della meravigliosa @iltempodivivere la admin di “Se Solo Sapessi Dire”.  È il primo volume della serie fantasy di Virginia De Winter, anche se definirla così è riduttivo. La De Winter ha creato un mondo magico, misterioso e antico che unisce azione e romance, magia e religione in un vortice caleidoscopico e pieno di bellezza. Il meraviglioso stile ricco di metafore, di immagini vivide quanto fotografie, quelle descrizioni che calano il lettore nella atmosfera brumosa di un tempo che fu, personaggi meravigliosi, tutto contribuisce a rendere il libro unico e irripetibile.

 

Chi è Eloise Weiss? Perché il più antico vampiro della stirpe di Blackmore abbandona per lei l’eternità suscitando le ire di Axel Vandemberg, glaciale Princeps dello Studium e tormentato amore della giovane?
La Vecchia Capitale si prepara alla Vigilia di Ognissanti e il coprifuoco è vicino perché il Presidio sta per aprire le sue porte. Il lento salmodiare delle orde di penitenti che si riversano per le vie, in cerca di anime da punire, è il segnale per gli abitanti di affrettarsi nelle proprie case, ma per Eloise Weiss è già troppo tardi. Scambiata per una vampira, cade vittima dell’irrazionalità di una fede che brucia ogni cosa al suo passaggio. In fin di vita esala una richiesta d’aiuto che giunge alle soglie della tomba dove Ashton Blackmore, un redivivo secolare, riposa protetto dalle ombre della Cattedrale di Black Friars. Il richiamo della ragazza è un sussurro che si trasforma in ordine, irrompe nella sua mente e lo riporta alla vita. Nobili vampiri di vecchie casate, spiriti reclusi e guerrieri, eroici umani e passioni che il tempo non è riuscito a cancellare: Black Friars – L’ordine della Spada è un mondo nuovo che profuma di antico, un romanzo che si ammanta di gotico per condurre il lettore tra i vicoli della Vecchia Capitale o negli antri del Presidio, in un viaggio che continua oltre la carta e non finisce con l’ultima pagina.

 

Sono rimasta lontana da questo libro a lungo, un po’ per il fatto che sono sempre restia a leggere fantasy, un po’ perché i vampiri non mi intrigano mai troppo. Ma non potevo commettere un errore più grande di questo. Questa meravigliosa saga è talmente altro da qualsiasi definizione di genere che sfugge alla classificazione classica e apre un genere a sé stante. È un libro complesso, che mi sono gustata a piccoli sorsi, perché l’unico appunto è la lentezza della trama, quasi fosse tutto un preludio all’azione che proseguirà nei libri successivi. Lo stendersi del tappeto rosso prima dell’entrata in scena dell’ospite d’onore. Una sfilata irresistibile di personaggi e situazioni, una descrizione sontuosa di un’epoca e di un luogo, la Vecchia Capitale e tutto quello che contiene, compreso il potere del Presidio, persa per sempre eppure così meravigliosamente reale. È facile smarrirsi in quest’atmosfera medievale, in cui le donne hanno ancora un ruolo minore, seppur vagamente capaci di scegliere la propria strada di studiose, e la Chiesa ha un potere forte su superstizioni e poteri demoniaci. Virginia De Winter  non scrive, pennella e dà vita ad un complesso gioco di luce e ombre e intesse fili come un ragno attento e indulgente.

La narrazione in terza persona consente di utilizzare più punti di vista, che si dipanano coerentemente in un ritmo lento, quasi esasperante, che tratteggia i tratti salienti di una scena in equilibrio precario. La prima a narrare e mostrarci le nebbie del Presidio è Eloise Weiss, una donna, non a caso, dal potere oscuro. Apparentemente non mostra particolari segni distintivi, ma ben presto ci si accorge che intorno a lei ruota la giostra di cavalieri che cammina per le strade della Cittadella. Eloise è una studentessa anziana, che studia per diventare Medico, come scholara sotto la guida di Domini illustri. È una ragazza caparbia e istintiva, che non accetta un no come risposta ed è capace di ribellarsi anche solo con uno sguardo. Leggermente impacciata, cerca di serbare nel cuore i suoi segreti ma chi la conosce può leggerle in volto qualunque emozione. Eloise non si lascia impressionare, ma non è l’eroina perfetta, senza paura che potrebbe sembrare. Si lascia prendere dal terrore, si sente inadeguata ad ogni piè sospinto e il suo orgoglio brucia ogni volta che incrocia lo sguardo di Axel Vandemberg, Duca della Chiave, Princeps di Aldenor, uno degli studenti più illustri dello Studium, l’unico capace di farle abbassare lo sguardo imbarazzata.

È proprio Axel che faticosamente mi ha rubato il cuore. Dolcemente subdolo, irrazionalmente innamorato, un guerriero nel corpo e uno stratega nella mente, è uno di quegli uomini che non passano mai inosservati, sia per prestanza fisica con i capelli biondi e gli occhi blu, sia per un intelletto fine e vivace. Axel è il compromesso tra ogni qualità possibile, e nonostante gli errori che ripetutamente bruciano tra lui e Eloise, pure non si perde d’animo ed è pronto ad agire.

Ashton Blackmore è quanto di più affascinante e irraggiungibile ci sia, non solo per la sua natura, con quegli occhi viola che scintillano insolenti, ma anche per i modi raffinati e il potere che trasuda ad ogni passo. Un uomo… pardon, un redivivo che non si lascia fermare da nulla, che sa cose e ne intuisce altre con la velocità del lampo e che indugia col pensiero ad un passato che non ha più e che soffre per le sue perdite ma non perde mai la prontezza per regalare il suo affetto a chi ne reputa degno. Con quel suo “ragazzina umana” rivolto amorevolmente ad Eloise, il suo buon cuore e il suo innato senso di protezione, strega abilmente il lettore.

Bryce Vandemberg, terzogenito fratello di Axel è il ritratto dell’eleganza e dell’educazione, con i suoi modi signorili e la sua propensione per il dramma e la farsa, la sua petulanza e la sua  passione per il giardinaggio e gli oggetti di arredamento. Solo in apparenza svampitissimo, ha il cipiglio dei Vandemberg, la loro prestanza fisica e il loro charme ma anche il loro coraggio nelle situazioni di pericolo.

Come  dimenticare il trio Julian e Sophia Lord e Jordan Vandemberg, le tre matricole che in realtà hanno un ruolo molto più grande di loro? Jordan con il coraggio dignitoso con cui sopporta le angherie degli studenti anziani che adorano maltrattare un membro di una delle famiglie più potenti delle Novem Nationes, che pure non perde mai la calma e sopporta con un sorriso. I due scalmanati Lord non si fanno mancare scorribande e ramanzine, salvo poi servire umilmente Axel.

Poi ho adorato sia Lara che Megan, colleghe di Eloise come Stephen, un altro personaggio meraviglioso, vabbè non c’è nessuno che non abbia lasciato un segno. Anche il volubile e grazioso Cain e l’imperturbabile Adrian Blackmore. E non posso non citare il padre di Eloise… che ho adorato dal primo all’ultimo momento in cui è entrato in scena. L’unico forse che non cede al fascino irresistibile di Axel.

Tra feste e riti, popolo impazzito, Cattedrali e Cimiteri, tutto il worldbuilding è curatissimo e descritto alla perfezione, rendendolo palpabile e tangibile come un mondo realmente esistito. La cura ossessiva di Tolkien e il fascino perverso di creature soprannaturali che agitano la vigilia di Ognissanti si uniscono nelle dita di Virginia De Winter per una storia strepitosa. Tutto contribuisce a rendere l’atmosfera indimenticabile e perfetta che non si esaurisce alla prima pagina, ma anzi ad ogni capitolo si arricchisce di nuovi particolari, di tradizioni sedimentate a cui la De Winter ha concesso una cura maniacale e un’attenzione per il microscopico assolutamente impeccabile.

L’ambientazione allora diventa un ulteriore personaggio, da taverne a osterie, ricca di consuetudini lontane e irraggiungibili. Una donna che non può girare senza una scorta, il Cardinale che impaziente si immischia nelle faccende dello Studium, Esorcisti impegnati a sconfiggere il male che si annida negli essere umani, fattucchiere e studiosi, scienziati e artisti, indovini e uomini di legge che si affiancano  in una lotta senza fine tra ordini  di Penitenti e studenti indisciplinati.  

Il particolare da non dimenticare? Un mantello da matricola.

Un primo volume straordinario che unisce azione e romance, scene strappasospiro e ansia vertiginosa in un cumulo di sentimenti autentici e un worldbuilding esemplare che fa da apripista ad una saga emozionante e coinvolgente. Personaggi ben caratterizzati, una scrittura ricca e armoniosa, contribuiscono a rendere indimenticabile “L’Ordine della Spada” e la lunghezza non si sente, seppellita tra combattimenti e riti, abbracci e lacrime, moti d’orgoglio e confessioni in piena notte.

Non vedo l’ora di iniziare “L’Ordine della Chiave” e meno male che la saga è conclusa… non avrei mai resistito!

Buona lettura guys!

 

L'Ordine della Spada (Black Friars #1) di Virginia De Winter

 

La Serie “Black Friars”:

- L’Ordine della Chiave (Black Friars #0.5) consigliabile leggerlo dopo aver letto il primo volume

- L’Ordine della Spada (Black Friars #1)

- L’Ordine della Penna (Black Friars #2)

- L’Ordine della Croce (Black Friars #3)

- Le Soglie del Buio (Black Friars #3,5) novella


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