L’Orientalismo in John Zorn: Forbidden Fruit, Torture Garden, Ganryu Island e Filmworks VII e New Traditions in East Asian Bar Bands (seconda parte) (2)
Creato il 15 maggio 2012 da Empedocle70
Spillane esce nel
1985 … Torture Garden nel 1992 .. ma
possibile che nessuno dei critici di Zorn si sia accorto che più o
meno nello stesso periodo Zorn avesse immesso nel mercato due altri
lavori come Ganryu Island e Cynical
Histerie Hour (Filmworks VII)? Lavori
con evidenti riferimento al Sol Levante ma nettamente divergenti sia
sul piano musicale che grafico da quelli citati da Hisama?
Cominciamo con
Ganryu Island, e facciamolo raccontando una storia: 13 aprile
1612: i samurai Miyamoto Musashi e Sasaki Kojiro si scontrano a
duello sulla spiaggia di Funajima, isolotto giapponese sito al largo
del porto di Shimonoseki, a metà di quello stretto braccio di mare
che sta fra le isole maggiori di Honshu e Kyushu.
Il duello è di
quelli destinati ad entrare nella leggenda, sia per il Giappone sia
per tutti i praticanti di arti marziali. La vita di Musashi è di per
se stessa leggenda essendo i i documenti relativi alla sua biografia
frammentati e incompleti Per i suoi biografi è "relativamente"
semplice ripercorrere la sua vita fino al duello con Kojiro, mentre è
più difficile trovare fonti certe su quel che fece dopo. Si trovano
invece sufficienti notizie sulla sua vecchiaia. Di certo si sa che
era un pittore, e qualche sua opera è rimasta. Ha lasciato tre opere
scritte, anche se tutti parlano solo del libro dei cinque anelli, che
di sicuro è il più famoso, ed è arrivato a noi grazie ai suoi
allievi. Si pensa erroneamente che non avesse studenti, invece
proprio il libro dei cinque anelli è dedicato ad un suo allievo.
Inoltre alla sua morte aveva almeno tremila studenti che studiavano
se non sotto di lui, sotto la guida di suoi allievi diretti, ed
ancora oggi in Giappone ci sono molte scuole che derivano dalla sua.
Altra leggenda afferma che sia stato educato dal monaco Takuan ma non
è stato così, anzi i due non sono mai entrati in contatto.
Kojirō Sasaki,
noto anche come Ganryu (佐々木
小次郎 - Sasaki Kojirō; prefettura di Fukui, ca.
1583 – 14 aprile 1612), è stato anchegli un importante spadaccino
giapponese. Vissuto verso la fine del periodo Sengoku e l'inizio del
periodo Edo, è principalmente ricordato per la sua morte, avvenuta
in un duro duello con Musashi Miyamoto, nel 1612. Nella sua vita fu
un nobile dotto nelle varie arti di teatro, poesia, pittura e musica.
Inoltre inventò, lui stesso, uno stile per lottare che chiamò:
"Stile Ganryu". Questo nome derivava dal nome del fiume
presso il quale nacque.
All’epoca
erano i due migliori esperti marziali giapponesi e allo stesso tempo
due persone completamente diverse per carattere, stile e impostazione
marziale: un loro duello per decretare chi fosse il migliore era solo
questione di tempo.
Secondo la
leggenda, Musashi arrivò in barca all'appuntamento, con più di tre
ore di ritardo, e Kojirō imprecò furiosamente di lui. Durante il
duello, Kojirō si avvicinò alla vittoria diverse volte fino a
quando, probabilmente accecato dalla luce del tramonto dietro le
spalle di Musashi, venne colpito al cranio dal bokken (spada di legno
di grandi dimensioni) di Musashi.
Si dice che
Musashi si presentò in ritardo per il duello di proposito, al fine
di fiaccare psicologicamente il suo avversario, facendolo innervosire
(una tattica usata da lui in precedenti occasioni, come ad esempio
durante la sua serie di duelli con la spada Yoshioka), mentre
un'altra teoria sostiene che Musashi ha cronometrato l'ora del suo
arrivo proprio al fine di usare la luce del sole per vincere.
Alcuni studiosi
sostengono che Musashi approfittò del fatto che Kojiro fosse sordo
da un orecchio, mentre per altri vinse sfruttando la maggior
lunghezza del suo bokken rispetto alla spada di Kojiro.
Da quel giorno, l'isola è nota anche
col nome di Ganryujima a perenne ricordo dell'eroe sconfitto, il cui
nomignolo era, per l'appunto, "Ganryu". L'evento è
depositario di un significato simbolico elevatissimo, ed appartiene
alla memoria collettiva del popolo giapponese, che gli assegna il
valore di un epico scontro fra opposti, tale a quello che per gli
Occidentali ha il mitico duello fra Ettore e Achille; circondato da
un parziale e suggestivo alone di mistero che non lascia tuttavia
dubbi sull'accertata veridicità storica di quanto tramandato, il
combattimento fra Musashi e Kojiro si inserisce di diritto nel novero
degli accadimenti epocali nella storia del Giappone moderno, e come
tale è stato più volte immortalato, nei secoli, in pregevoli
testimonianze d'arte visuale nipponica. Stupisce quindi che un disco
con un simile argomento possa essere stato trascurato da una studiosa
come Hisama. Il 23 novembre 1984: prendendo idealmente spunto da
quell'epico combattimento, e rielaborandolo in forme musicali, due
musicisti (un americano e un giapponese) si ritrovano ai Radio City
Studios di New York e, nell'arco di un'unica ed ispirata sessione,
registrano un mirabile manifesto di cooperazione inter-culturale,
luminosa (e sconcertante) espressione di una poetica della sintesi
fra Oriente e Occidente, di per sé inqualificabile ed insofferente
delle più canoniche geografie musicali. Un capitolo di storia a sé,
senza un "prima" né un "dopo", di fatto
somigliante solo a sé stesso, prodotto dell'irripetibile e nondimeno
spontanea, naturale sintonia di due intelletti "eccelsi",
pur se molto diversi nella loro eccellenza: l'uno giovane fautore di
un'inclassificabile "free-form" avanguardistica solo in
parte riconducibile al Jazz e ai suoi criteri improvvisativi, l'altro
confinato (ma solo apparentemente) nell'immutabile continuità di una
tradizione plurisecolare e, per sua stessa natura, nemica dichiarata
dell'eterodossia, dell'"eccezione alla regola"; una
tradizione impegnata a ripetere sé stessa nell'ideale ciclicità di
schemi fissi, collaudati stilemi sullo sfondo di un preciso
"orizzonte d'attesa" che tutti, più o meno
consapevolmente, si attendono venga confermato e rispettato; tutte le
culture trazional-popolari, non solo la giapponese che qui ci
interessa più da vicino, si muovono su itinerari analoghi,
riservando ben poco spazio alla soggettività interpretativa del
singolo esecutore, viceversa metodico e rigoroso interprete di
cristallizzati canovacci stilistici.
.. continua giovedìhttp://feeds.feedburner.com/ChitarraEDintorni
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