Giunse un inverno particolarmente freddo ed un giorno, arrivato all'ovile, l'uomo notò tre cornacchie che, immobili come statuine, osservavano lo svolgersi del suo lavoro.
Giorno dopo giorno, le cornacchie tenevano compagnia al pastore. "Avranno fame" - pensò.
Recuperò dall'ovile tre vecchie ciotole di terracotta nelle quali mise qualche pezzo di formaggio. Gli uccelli vi si buttarono letteralmente sopra, mangiando avidamente.
Juanni prese a nutrirle regolarmente e le cornacchie continuarono a frequentare il suo ovile, mese dopo mese, sino all'arrivo dell'estate.
Purtroppo per Juanni, il raccolto fu scarso a causa della siccità. In paese tutti si lamentavano della mancanza d'acqua e non pochi decisero di spostarsi verso i paesi più fortunati in cerca di cibo per il sostentamento delle proprie famiglie.
Anche Juanni decise di andare in cerca di grano verso Fordongianus. I suoi pensieri erano cupi quando giunse in prossimità del ponte romano di Allai.
Avanzava lentamente sul suo asinello quando sollevando lo sguardo notò tre belle ragazze, vestite di nero, presso la riva del fiume.
Una delle tre, avanzando verso di lui esclamò - ” La tziu Juanni Loisu! Comment’istais? Est dea meda chi non si bieus”.
Il pastore, un pò sorpreso chiese - ”E chie seis? E comente ischeis su numene meu?”.
“Siamo le tre cornacchie che tu sfamasti durante l’inverno” - risposero le fanciulle - ”e sappiamo che ora sei diretto a Fordongianus per acquistare del grano”.
Juanni rimase di stucco e le fanciulle gli consigliarono da quale famiglia recarsi per acquistare il grano ad un prezzo favorevole.
“Noi ti attenderemo qui” - aggiunsero - “perché al ritorno dobbiamo darti qualcosa da consegnare a Samugheo”.
Una volta giunto al paese di Fordongianus, Juanni trovò la casa indicata e venne accolto con gentilezza ed invitato a passare la notte.
L'indomani riprese la via del ritorno e giunto al ponte vide nuovamente le tre donne che gi dissero - “Dovete portare questo pane a Maria Cantada, vi darà un dono se porterete questo pane come ve lo vedete ora".
L’uomo prese il pane e lo mise nella bisaccia, giurando che non l'avrebbe toccato. Rientrando al paese, ripensava alle leggende raccontategli dal padre e ancora non riusciva a credere che invece, proprio lui, era diventato protagonista di una delle storie che da bambino gli piaceva tanto ascoltare.
Arrivò a casa a notte inoltrata, con la schiena a pezzi a causa del viaggio. Iniziò a scaricare il grano. Si avvicinò la moglie per aiutarlo e presa la bisaccia, vi trovò entro il grosso pane, bellissimo e interamente decorato.
”Juanni Loisu,di chi è questo coccoi?” - chiese meravigliata.
“Lascialo stare, non toccarlo” - rispose il marito - “è una consegna che devo fare a Maria Cantada".
La donna continuò a fissare il pane, irresistibilmente attratta e con l’acquolina in bocca. Non riuscì a resistere e senza che il marito se ne accorgesse, ne staccò un morso, riponendolo subito nella bisaccia.
Il mattino giunse radioso e di buon ora Juanni si avviò verso Pappu de Lèi, in cui si trovava la dimora di Maria Cantada.
Questa si trovava già sulla soglia di casa che lo aspettava. Lo fece entrare e Juanni vide con grande stupore un enorme telaio d'oro al centro della stanza.
Incantato il pastore prese il pane dalla bisaccia e lo porse alla donna che lo esaminò per bene, accorgendosi subito del morso - "Questo pane non è integro" disse.
L'espressione del suo volto cambiò repentinamente, spaventando a morte il povero Juanne che indietreggiando uscì dalla casa.
”Tutto quello che hai visto sarebbe stato tuo, se avessi tenuto fede alla parola data. Ora invece tutto si ridurrà in polvere” - disse Maria Cantada chiudendo fragorosamente la porta in faccia al povero Juanne che desolato tornò verso casa propria.
Continuò a vivere la sua vita di stenti senza più rivedere le tre cornacchie.