Momo apre la porta che aveva trovato durante il suo cammino nell'oscurità. Chissà cosa ci sarà dentro quella stanza....ecco! La porta si apre e....una visione quasi angosciante la terrorizza.
Tic-tac-tic-tac!cù-cù!cù-cù!Click-Clock-Click-Clock! Una stanza di soli orologi. Di varie forme, dimensioni...ma sono pur sempre orologi.
Momo continua a camminare, davanti a se. L'angoscia l'accompagna: lei ha paura dello scorrere del tempo.
Ha paura che tutto possa svanire con l'andare dei minuti: i suoi sogni, la sua vita.
Così che ad un tratto dall'alto cade un orologio: era nero, a cippollotto, con una catena lunghissima.
La lunghezza ne determina gli anni.
"La sua vita è svanita..." pensa Momo, tenendolo tra le mani.
Crack! Il vetro che racchiudeva il quadro dell'orologio si rompe.Era davvero finita, per quell'uomo che aveva vissuto per realizzare i propri sogni.
"Come un orologio....tutti noi ci fermiamo. Cadiamo. E ci rompiamo, per poi venire gettati via come un oggetto qualunque." pensa Momo, con le lacrime agli occhi.
Peccato che di quell'orologio ne conoscesse la proprietà. E poco dopo si sente un eco: i lamenti degli altri orologi, tre per l'esattezza.
Sono loro, amici di Momo, che hanno perduto la loro felicità: un padre che li amava. E ingiustamente è stato eliminato dal tempo, come un orologio diffettoso. Non c'è più possibilità di riparo.
Solo il ricordo impresso nel tempo. Una sagoma animata dal ricordo del ticchettio del suo cuore.