Come sapete, esistono moltissimi tipi di reality: cucina, canto, danza, sopravvivenza, viaggio… Insomma, chi più ne ha più ne metta – anche se in alcuni casi è più corretto parlare di talent-show – eppure manca ancora il reality dei reality, il “reality della realtà”.
È una riflessione che mi ha fatto venire in mente la lettura della trilogia di “Hunger Games“. Si parla di reality, di reality davvero reali, in cui la posta in gioco è nientemeno che la vita stessa dei giocatori in gara.
E ora io mi soffermo a guardare i nostri reality show, e mi domando quanto tempo passerà prima che anche noi andiamo incontro a un destino simile.
In fin dei conti non è la sofferenza a fare audience? Non sono le lacrime e il dolore ad aumentare lo share?
E quanto manca perché si arrivi anche a qualcosa di più grande?
Ai posteri l’ardua sentenza. Se non saranno coinvolti in uno di questi spettacoli.
Neri.