L’orrore
non sta nel fatto che vai allo stadio in branco, portandoti da casa spranghe e
coltelli, cercando la rissa, ma nel fatto che, se la rissa c’è e ci lasci la
pelle, tua madre dice che sei morto da eroe.
L’orrore
non sta nel fatto che vai in motorino alle tre di notte, senza casco, senza
patentino, senza assicurazione, e sul sellino stai tra un pregiudicato e un
latitante, e non ti fermi all’alt dei carabinieri, ma nel fatto che, se accidentalmente
parte un colpo e ci resti secco, tua madre dice che eri un pezzo di pane e chi
ti ha ucciso è un criminale.
L’orrore
non sta nel fatto che tormenti un ragazzino perché è ciccione e gli infili un tubo in culo fino a sfondargli le
viscere, ma nel fatto che tua madre dice che
scherzavi e che non è giusto tu stia in carcere mentre chi insieme a te sfotteva il poveretto è a piede libero.
L’orrore
non sei tu, è tua madre. È lei che ti ha fatto diventare quello che sei:
vittima o carnefice, sei un mostro, perché partorito da un mostro e allevato da
un mostro.
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