Ricordate quel giorno di un paio di mesi fa in cui annunciai di aver seminato il fior fiore degli ortaggi da insalata sul mio balcone?
Cose semplici, apparentemente, se non a prova di stupido. Ho pure sfogliato senza un preciso criterio “L’orto for dummies” e ho scelto gli ortaggi più semplici: l’infestante prezzemolo, il delicato ma tenace basilico, le carotine, i pomodorini e il pisello nano.
Che dire di più?
Dopo un mese di nulla (durante il quale ho sgamato i gatti ravanare nella terra, alché ho coperto il tutto con alcune vaschette di plastica a far da miniserra) ho fatto perfino un rabbocco di terra e semi in ogni vasetto e nella cassetta, cercando di stare un po’ più attenta alle innaffiature, e però nisba. Nulla, il deserto.
Che si tratti di una posizione sfortunata? Qui non spunta niente, e il mercoledì del mercato si avvicina, giorno in cui comprerò per lo meno un vasetto di fiori a far compagnia al mio ciclamino che è miracolosamente sopravvissuto all’inverno e che, si spera, resisterà anche al travaso che ho azzardato l’altra mattina. Lui, il ciclamino, sta sul davanzale opposto, e forse è quella la risposta.
Dovrei trasferire almeno i vasini sul davanzale dove però c’è un sacco di passaggio di bambini e di vento, ma almeno sarà un ultimo tentativo.
Leggo con invidia di amici che hanno seminato e già raccolto i frutti della terra del loro balcone, grazioso spazio verde e rigoglioso che regala sorprese inaspettate, a contrario del mio.
Vabè, posso prendere anche una piantina di basilico o di prezzemolo e poi fare ancora un esperimento con i germogli che crescono sulle patate?
Se ci penso, nemmeno alle elementari riuscivo a tenere in vita i fagioli nella bambagia, porca miseria. Finiva tutto in uffa. E le piante grasse della mia vita, tutte morte.
E questa volta cosa sarà successo? Sarà stata colpa della luna calante? O dei gatti? O delle mie dimenticanze con l’acqua (anche se uso quella di cottura delle verdure)? Della posizione rispetto al sole? Del mio sfrenato e vano ottimismo?
Insomma, l’orto è morto, viva l’orto! E que sera, sera.