Il sito HomeAway.com offre statistiche e suggerimenti perché questi giorni passino indolori (sono da prendere un po' con le molle, il sito è specializzato nel trovare sistemazioni lontano da casa).
Qualche dato per cominciare.
Dopo quanto tempo viene voglia di indicare la porta all'ospite?
Un confortante 37% dice "mai", mentre il 12% ritiene sia meglio non andare oltre una settimana di convivenza. Il 29% comincia a guardare di traverso l'ospite dopo pochi giorni, il 15% il giorno dopo l'arrivo.
Un preoccupante 7% prova un senso di fastidio nel momento stesso in cui l'ospite arriva. Viene da chiedersi perché l'abbia invitato.
Chi è l'ospite meno desiderato?
- fratelli e sorelle (27%)
- suocera (20%)
- figli adulti (16%)
- altri parenti (14%)
- mamma (11%)
- suocero (8%)
- padre (5%)
Un'occhiata al perché l'ospite stia cordialmente sulle balle, la dice lunga:
- lascia le sue cose dappertutto (31%)
- non aiuta in cucina, non apparecchia/sparecchia, non fa un accidenti (26%)
- devi stare sempre lì a intrattenerlo (21%)
- rovista dove non dovrebbe, come armadi e cassetti (2%)
- si impadronisce del telecomando (2%)
Se, come capita a me, in questa situazione si è cognato in trasferta, si possono aggiungere un paio di suggerimenti:
- dileguarsi con il proprio cognato, appena possibile, lasciando le mogli con la loro mamma e abbandonando il suocero al suo destino (ce la farà, ha tutta l'esperienza che serve)
- farsi trovare impegnati in qualcosa di socialmente utile, prima che parta la discussione sull'inutilità del genere "mariti" (essere tre contro tre non vuol dire nulla, è persa in partenza)
- tenere in ordine le proprie cose (biancheria intima, pigiama, per esempio, ma anche il pc)
- ricordare che lottare per il telecomando del tv è superfluo a casa, quando si è in due, figurarsi adesso
Buona vigilia di Natale!
[Immagine dal blog La Panchina.]
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