L’Osservatorio di Francesco Dalessandro

Creato il 09 marzo 2012 da Viadellebelledonne

Bene ha fatto Francesco Dalessandro a pubblicare, con Il destino di ognuno di Gianfranco Palmery, il breve inedito di Attilio Bertolucci come postfazione al suo racconto in versi, perché, con lieve e sapientissima penna, il poeta della Camera da letto ha subito riconosciuto il battito dolce e fluente della poesia, il suo tono e la sua musica, il suo «lungo, filato, continuo canto». Ha riconosciuto un poeta «vero». Né stupisce, perché Bertolucci, poeta del Tempo e del transito, di luoghi e topografie, di giorni e di ore, di epifanie, ha avvertito nel verso «liquido» di Dalessandro qualcosa che era anche suo e che risaliva a Keats, di cui il poeta è fine traduttore: la naturalezza e l’intensità della visione dello sguardo e dell’animo, visione che genera un «lunghissimo echeggiante assolo».

Anche la protasi che apre L’Osservatorio, con l’invocazione classica alla parola della Musa, è per Bertolucci «stupendo, provocatorio richiamo della negletta»; porta il segno di una tradizione preziosa, ma soprattutto è segnale di quella poesia della vita e del passaggio tra passato e presente, che le intermittenze del cuore illuminano e salvano. Qui: «la luce come il cuore intermittente». Di più Roma, la città che era stata per lui fonte di bellezza e di dolore, si fa patria poetica di Dalessandro, protagonista di una poesia di sensi e di sentimenti, di sosta e di cammino. Sono la sosta del cuore che s’imbeve di ciò che lo sguardo vede (un’epigrafe, portatrice di poetica, dice: «Raccontami quello che hai visto e che cosa potrebbe significare» dalla Finestra sul cortile), ma soprattutto il transito e il mutare delle cose, declinati attraverso espansioni continue sul registro di una circolarità temporale e esistenziale, forse memore dei Four Quartets di Eliot, certamente della Camera da letto, a guidare il verso, un verso che si apre negli incipit e non s’arresta come non s’arresta lo scorrere degli istanti e dei mesi, delle stagioni: «Sembra di marzo questa pura aria / e questo terso cielo luminoso / nel tiepido inizio di novembre», o «Perché l’ora mattutina tra le sette / e le otto regala discendendo Monte / Mario corrusco nel freddo nell’aria di fine / novembre pungente un pensiero di morte» o ancora «Così, scesa la sera con le fragranti ombre / lilla avvisaglie della prossima trionfante / primavera» o infine «L’osservatorio, il punto / d’osservazione è quello ma le cose /sono cambiate (peggiorate)».

Eppure, all’interno di questo ondulante, divagante tessuto, quanta luce e quanto buio, di vita e di morte (Sirena), di natura e di affetti («levo le vele della mente verso il mare / delle passioni»), di mobili presenze e cieli e suoni d’acque, colori di nuvole, ombre di platani e vie fiorite, «venti contrari» e «dorati pulviscoli di sole». La città è ognora presente, la indicano i nomi dei luoghi che il poeta percorre col suo verso e il suo sentire, raccontandola varia e diversa eppur «sempre uguale a se stessa». «Corpo segnato / per secoli paziente» è accogliente e generosa, per il poeta e per noi, di nuova luce nel mattino, di un giorno che si apre, di quel cammino naturale e umano che il poeta ha trasfigurato con la sua «lirica passione».

Gabriella Palli Baroni

Gabriella Palli Baroni si è laureata a Pavia in Lettere Classiche, allieva di Lanfranco  Cretti, e ha perfezionato gli studi a Chicago e a San Diego, con ricerche sul pensiero scientifico rinascimentale e su Macchiavelli. Docente e critico letterario, è collaboratrice di “Nuovi Argomenti”, “Strumenti critici” e di altre riviste e quotidiani ed autrice di saggi sulla letteratura otto-novecentesca. Di Bertolucci ha creato il carteggio Attilio Bertolucci-Vittorio Sereni, Una lunga amicizia, Lettere 1938-1982(Garzanti, 1994); le Opere (con Paolo Ragazzi, “I Meridiani”, Mondadori, 1997); la raccolta Ho rubato due versi a Baudelaire. Prose e divagazioni (Mondadori, 2000); l’antologia Dagli Scapigliati ai Crepuscolari (Istituto Poligrafico dello Stato, 2000) e i Fuochi in novembre (S. Marco dei Giustiniani, 2004). Ha tenuto seminari e conferenze presso Università italiane e straniere (University of London e Oxford University). Nel 2004 ha tenuto la prolusione inaugurale dell’a.a. della Facoltà di Architettura dell’Università degli Studi di Parma con la lettura “Attilio Bertolucci.  Destino di Poesia”.



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