Love, love, love. Io adoro questo scrittore, inverosimilmente. E come tutti gli scrittori che venero, me lo sto centellinando. I romanzi che ha scritto non sono molti e per questo me ne voglio godere uno ogni tanto. Parto subito con la trama.
In un sobborgo di Tokyo il giovane Okada Toru ha appena lasciato volontariamente il suo lavoro e si dedica ai lavori di casa. Due episodi apparentemente insignificanti riescono tuttavia a rovesciare la sua vita tranquilla: la scomparsa del gatto di casa e la telefonata anonima di una donna che con voce sensuale gli chiede un incontro. Toru si accorgerà presto che oltre al gatto, a cui la moglie Kumiko è molto affezionata, dovrà cercare Kumiko stessa. Lo spazio limitato del suo quotidiano diventa teatro di una ricerca in cui sogni, ricordi e realtà si confondono e che lo porterà ad incontrare personaggi sempre più strani: dalla prostituta psicotica, alla sedicenne morbosa, dal politico diabolico, al vecchio e misterioso veterano di guerra. A poco a poco Toru dovrà risolvere i conflitti della sua vita passata di cui nemmeno sospettava l'esistenza. Un intrigante romanzo che illumina quelle zone d'ombra in cui ognuno nasconde segreti e fragilità.
Di questo scrittore ho letto solo due romanzi, questo e "Dance Dance Dance". Non ne avevo mai sentito parlare finchè un giorno Mario mi ha mandato tramite mail un file con appunto quel libro. Leggevo a lavoro, nei momenti morti, tra una chiamata e l'altra e mi ha subito catturata. Murakami scrive quei libri che ti piacciono e ti coinvolgono così tanto che durante il giorno non vedi l'ora di smettere di fare quello che stai facendo per ritornare a leggere. Capita poche volte. Ritrovandomi a consigliarlo alla mia adorata Lady Mara, mi sono resa conto che non sapevo spiegarle perchè mi piaceva così tanto, ma ci ho pensato su molto e ora credo di avere capito perchè. Primo perchè è scritto davvero benissimo e con l'eleganza che solo i giapponesi riescono ad avere (citazione della Lady); secondo perchè i protagonisti sono persone normalissime e spesso anche banali e noiose che si ritrovano a vivere esperienze molto al di fuori del normale, surrealissime: e le vivono con una certa nonchalance!!Un'altra cosa che mi piace sono i continui riferimenti al cibo e cosa che mi faceva sempre notare la Lady, la filosofia di fondo, per cui tutto quello che ci accade nella vita assuma poi un senso in virtù di altri accadimenti e che ogni cosa sia legata ad un'altra. In questo addirittura fatti accaduti decine di anni prima rispetto alla nascita di Okada, a persone che neanche conosce, si rivelano pregnanti per la sua stessa vita. E poi le riflessioni esistenziali. Mamma mia, chiare, pulite, semplici eppure così pregne di significato. L'avrete capito, io a questo libro, dare quasi il massimo dei voti, quasi, un bel 9 e mezzo. L'unica cosa che mi ha un po' deluso è stata la fine, ma poi penso che in realtà arrivati ad un certo punto di colpi di scena ce ne sono stati talmente tanti e talmente tanti segreti sono stati svelati e capiti durante, che un bel chissenefrega della fine, mi viene fuori naturale.. Andiamo di citazioni.
Quando non si ha niente da fare, i pensieri vagano sempre più lontano. E quando si sono allontanati troppo, poi non si riesce più a seguirli.
Smettila di farti tanti scrupoli, fai il vuot dentro di te. Immagina di rotolarti nel fango molle in una tiepida serata di primavera.
Mi prese per mano e mi condusse nel giardino di casa sua. Poi spostò una sdraio all'ombra della quercia, e mi ci fece sedere. I rami spessi e folti diffondevano un'ombra che aveva l'odore della vita.
Dopo una decina di minuti May tornò. Teneva in mano un grande bicchiere, che mi porse facendo tintinnare il ghiaccio. Quel suono mi parve venire da un mondo lontanissimo, separato da parecchi cancelli dal luogo dove mi trovavo. Il caso voleva che in quel momento fossero tutti aperti, e quel suono arrivasse fino a me.
A prescindere dal risultato, la capacità di avere totale fiducia in qualcuno è una delle più belle qualità dell'essere umano.
Così io penso, per averlo imparato a mie spese, che la vita è una cosa molto più limitata di quanto credano coloro che si trovano presi nel turbine dell'esistenza. La luce viene a illuminare le azioni della vita per un periodo di tempo limitato e brevissimo. Per qualche decina di secondi soltanto, forse. Passati i quali se ne va, e se uno non è riuscito ad afferrare la rivelazione che gli veniva offerta in quel momento, non avrà una seconda opportunità. E dovrà vivere il resto dei suoi anni in profonda solitudine, in un rimpianto senza speranza. In quel mondo senza luce non potrà più sperare di ricevere nulla. Tutto ciò che gli resterà in mano sarà solo la carcassa effimera di ciò che avrebbe dovuto esserci.
Restai così fino all'alba, senza riuscire a dormire. Non volevo dormire, avevo paura di addormentarmi. Avevo la sensazione che se mi fossi addormentato sarei stato travolto dalla corrente di un fiume di sabbia che mi avrebbe trasportato in un altro mondo. E non sarei mai più riuscito a tornare da questa parte.
Inspirai profondamente, c'era sempre un intenso profumo che impregnava l'aria e la rendeva pesante. Da qualche parte doveva esserci un vaso di fiori, lì dentro. In qualche angolo di quell'oscurità quei fiori respiravano torcendosi.
Poi si tolse gli occhiali, li mise nel taschino della giacca e mi scrutò negli occhi come se cercasse una moneta lasciata cadere in uno stagno.
Al pianterreno c'era un'agenzia di viaggi, alle cui vetrine erano attaccati due poster del porto di Mikonos e di un tram di San Francisco. Entrambi scoloriti come un sogno vecchio di un mese.
Stando con lui, chissà perchè, veniva da pensare che parlare fosse una cosa volgare e inopportuna.