L’Ucraina paga oggi a Mosca 400 dollari per ogni 1000 metri cubi di gas russo importato: un prezzo che Kiev ritiene troppo alto per la propria indebitata economia, e che per questo ha chiesto alla Russia di rivedere i termini dell’accordo, iniziando intanto a ridurre le importazioni. Gazprom però non sembra disponibile ad una trattativa, anche perchè accusa l’Ucraina di non aver pagato ancora le forniture dell’agosto scorso.
Tutto ciò ha contribuito a fare aumentare le preoccupazioni per una nuova “guerra del gas” tra i due paesi, simile a quella che portò nel 2006 e nel 2009 ad una interruzione del flusso verso l’Europa occidentale. A ciò si aggiunge il fatto che l’Ucraina si appresta a firmare un accordo di libero scambio con l’Unione Europea il prossimo 28 novembre, che di fatto rappresenta un lampante tentativo di sganciamento dall’ingombrante vicino russo.
Sullo sfondo intanto si staglia l’ombra di un vertice tenuto lo scorso weekend tra Vladimir Putin e il suo omologo ucraino Viktor Janukovic: Arsenij Yatseniuk, capogruppo parlamentare del Batkivschyna, il partito a cui appartiene anche Julija Timoshenko, teme che dall’incontro, il secondo in pochi giorni, possa scaturire un clamoroso voltafaccia di Janukovic all’Unione Europea. “Chiederò informazioni sui contenuti di questo vertice al ministro degli Esteri Kozhara – ha dichiarato Yatseniuk -, e se emergerà che il presidente ha tenuto all’oscuro il parlamento dei temi discussi, allora procederemo con un’azione di impeachment nei suoi confronti per alto tradimento”.