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L’UE denuncia gli affari di Assad con l’Isis, ma in Italia c’è chi vuole riaprire l’Ambasciata a Damasco…

Creato il 09 marzo 2015 da Nopasdaran @No_Pasdaran

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Si chiama George Haswani e, secondo quanto denunciato dall’Unione Europea, è l’uomo di contatto tra Assad e i terroristi dell’Isis. Pubblicamente, lo ricordiamo, Assad condanna i terroristi al servzio di al Baghdadi e chiama a raccolta il mondo per sostenere il suo regime, descritto come il solo baluardo della laicità davanti al fondamentalismo salafita. Sul terreno, però, le cose stanno diversamente: mentre Isis taglia le teste, distrugge i patrimoni culturali e minaccia tutto l’Occidente, Bashar al Assad fa affari direttamente con il Califfato Islamico.

Ecco quindi che, grazie alle sue buone entrature nel regime, George Haswani porta avanti il gioco sporco del regime baathista. Nativo di Yabroud, di fede cristiana, George Haswani è stato un manager presso la raffineria di Badia, prima di dimettersi e recarsi in Russia. Qui, dopo aver studiato ed essersi sposato, Haswani ha inziato a collaborare con alcune società energetiche russe ed è tornato in Siria aprendo una compagnia chiamata HESCO, attivia nel settore petrolifero e del gas. Per entrare nel business siriano, però, George Haswani mancava di un contatto diretto con clan del regime: ecco allora che Haswani prende la decisone di divorziare dalla moglie russa per sposare un’altra donna, di fede alwaita e in contatto diretto con gli Assad.

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Nel 2013, come noto, Isis ha conquistato diversi giacimenti petroliferi nella parte orientale della Siria. Tra gli impianti catturati, c’era anche quello di Taqba, direttamente gestito dalla HESCO. Secondo quanto denunciato dall’UE, questo impianto sarebbe oggi sotto la gestione congiunta degli uomini di George Haswani e dei terroristi di Daesh. Grazie a questo contatto, il regime di Assad riesce ad ottenere il petrolio a circa 20-30 dollari al barile (ben sotto il prezzo internazionale). Commentando la decisione dell’UE di sanzionare Haswani, il Ministro degli Esteri inglese Philip Hammond ha affermato che: “questa decione è l’ennesima riprova che la guerra di Assad ad Isis è una farsa e che egli sostiene i terroristi finanziariamente“.

Il bello è che, mentre l’Unione Europea all’unanimità dimostra la bestialità di Assad, in Italia c’è chi propone di riaprire l’ambasciata a Damasco. In prima fila ovviamente, c’è l’organizzazione sarda Assadakah che, recentemente, è riuscita ad infilare un ex Ministro di Assad (Mahdi Dahlala) nel board della Camera di Commercio Italo Araba. Questa organizzazione, guidata da Riamondo Schiavone, è come sapete la bocca dei terroristi di Hezbollah in Italia e attua una serrata attività di lobby per Assad e il regime iraniano.

Purtroppo, però, una richiesta ufficiale di riapertura della Ambasciata italiana a Damasco è arrivata anche da una Parlamentare italiana. A richiedere questa mossa diplomatica è stata la parlamentare del Pd Romina Mura che, con una interrogazione al Governo, ha affermato che: “L’avanzare dello Stato Islamico (e dei gruppi armati jihadisti) in Siria, in Iraq e in paesi come la Libia, a poche centinaia di miglia dal nostro paese, richiamano l’Italia e l’Europa a un deciso cambio di rotta nella lotta al terrorismo internazionale, eventualmente, anche rivedendo le posizioni, come ha fatto l’ONU, nei confronti di quei governi che hanno dimostrato di combattere contro organizzazioni che sono una minaccia, come hanno dimostrato gli attacchi in Belgio, Francia e Danimarca, per la sicurezza dell’Europa e la convivenza civile tra i popoli”.

A fronte di quanto dimostrato dall’Unione Europea, ci auguriamo che l’On. Mura abbia il coraggio di rivedere la sua posizione e riconoscere che, nonostante il male del salafismo sunnita, al centro del problema siriano resta ancora la figura – fascista e ingombrante – del dittatore Bashar al Assad.



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