In questo periodo sto rallentando il ritmo dei post, ma sono sempre qui. Vediamo qual è il libro di oggi.
L’ULTIMA ESTATE A DEYNING PARK
Judith Kinghorn
Nord
Trama
L’estate è la stagione più bella a Deyning Park. E come se la grande tenuta della famiglia Granville si risvegliasse dal torpore invernale per prepararsi a ospitare balli eleganti e ricevimenti sfarzosi. Anche per la giovane Clarissa l’estate è una stagione di rinascita; dopo mesi di solitudine, lei può finalmente riabbracciare i fratelli e godere di una nuova, inaspettata compagnia: quella di Tom, l’affascinante figlio della governante che, grazie all’intervento di un misterioso benefattore, ha potuto iscriversi all’università. Dapprima intimidita da quel ragazzo così taciturno e rispettoso del proprio ruolo – stare sempre un passo indietro e assistere alla vita dei Granville da dietro le quinte -, Clarissa a poco a poco stringe con lui una profonda amicizia, che poi sfocia in un grande amore. Un grande amore segreto, perché è chiaro che i suoi genitori non lo approverebbero mai. Ma Tom è ambizioso e determinato, e le fa una promessa solenne: una volta terminati gli studi, si trasferirà a Londra per esercitare la professione di avvocato e, non appena sarà diventato abbastanza ricco da colmare il baratro che lo separa dai Granville, chiederà la sua mano. Il destino, però, volta loro le spalle. Non soltanto qualcuno scopre la loro relazione clandestina, ma è il 1914, e quella sarà l’ultima estate di felicità a Deyning Park. Come una tempesta, la guerra si abbatterà sull’Inghilterra, spazzando via i sogni di Clarissa e le aspirazioni di Tom, la fortuna dei Granville e l’innocenza della giovinezza…
Recensione
Avevo adocchiato questo libro subito dopo l’uscita e tuttavia l’ho preso soltanto da poco. Finalmente sono riuscita a leggerlo. Devo dire però che, a fronte di tutte le aspettative nutrite, sono rimasta molto delusa. Al libro manca quel qualcosa che l’avrebbe reso speciale, manca la sostanza. La storia è carina ma è narrata male. I personaggi appaiono solo delle ombre, sono appena abbozzati. I concetti sono ripetitivi, l’autrice insiste sulle stesse emozioni e riflessioni per tutta la narrazione. In definitiva è uno scritto che guarda al passato, a quello che è stato e che non tornerà più, il tutto però senza suscitare abbastanza coinvolgimento nel lettore. In genere mi piace nei libri un sentimento di malinconia, una sorta di tristezza positiva, l’importanza dei ricordi, ma trattati in questo modo risultano noiosi. Voi che ne pensate?